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GUIDA DI NAPOLI
s. Atanasio, poco discosto dalla prima chiesetta,
innalzò quella che ora si vede, e la regalò, uni¬
tamente ad un monastero, ai monaci Benedettini.
Dopo non pochi anni i monaci abbandonarono
il chiostro, e fu quivi istituito un Ospedale, di¬
venuto poi lazzaretto degli appestati nel 1636.
Quelli che ivi morivano erano seppelliti nelle
stesse çatacombe contigue. Sotto il governo del
vicerè Don Pietre- d’Aragona nel 1669, l’ Ospe¬
dále fà cangiato in Ospizio per i vecchi accat¬
toni, çome ora si vede. Questi infelici abitano
sopra 1 àrcata d’un primo vasto cortile appena
si entra, di forma rettangolare. A ridosso del
primo cortile avvene un secondo, rimodernato,
che ha un passaggio coperto, sulle cui pareti
„vedonsi alcuni affreschi di Andrea da Salerno,
edel centro dell’ arco di copertura un dipinto
he credesi di Raffaello Sanzio. Da questo cor¬
tile, per un arco di marmo bigio, si entra in
un terzo cortile, più piccolo, il quale mette
nella chiesa; che è a tre navate con quattordici
pilastri, a cui s’ addossano mezze colonne di
travertino che sostengono gli archi delle due
navate laterali. Il pavimento della chiesa è co¬
perto di marmi spezzati, tolti dalle catacombe
e collocati malamente, di modo che si veggono
lettere e parole spezzate di tratto in tratto,
perciò inintelligibili. Gli affreschi che veggonsi
nella chiesa sono di Pietno Malinconico; il qua¬
drenel primo altare a diritta è d’ignoto autore,
ma è progevole. Dietro l’altare maggiore vedesi
un bassorilievo di qualche pregio, opera di Pie¬
tro degli Stefani. La chiesa attualmente è tenuta
con lodevole cura.
Usciti dalla chiesa, dal lato sinistro, per una
porticina si entra in una grotta, ove era la
chiesetta edificata da s. Severo, nella quale si