Full text: Volume (5,2)

50 
CAMMEI ED INTAGLI 
me par più semplice, e perciò più vera , l’ opi¬ 
nione dello Stosch e del Gori (1) che vi videro 
un guerriero greco, il quale portato da veloce 
cavallo vibra un dardo contro ai nemici. Errò 
poi certamente il Bracci quando giudicò lo scu¬ 
do rotondo, o parma, di soverchia grandezza. 
Non gli tornarono in mente le autorità di Poli¬ 
dice il primo, xa) 
bio e di Livio. H òe rápνν, 
Sbvauw éyei rý naraonevý, nai péysdos åproöv 
noos aoOanir eOepe ap doa ro cyiuri, 
rpiwsdov éysi rýv diéusrpo, parma vero cum 
vim habet ob structuram, tum idoneam se¬ 
curitati magnitudinem: cum enim rotunda 
figura sit, diametrum habet tripedalem. Hic 
miles, dice il secondo, tripedalem parmam 
habet (2). E quand’anche fosse questo scudo 
grande di troppo, dovrebbe scusarsene l’arti¬ 
sta, siccome a ciò costretto dall’ accidente del¬ 
la pietra. Cosi nel celebre cammeo di questa 
Galleria rappresentante la favola di Ganime¬ 
de, e da me già esposto, è assai sproporzionata 
l’aquila; e nondimeno mai non si è creduto, 
circensi, che non si vergognarono gli stessi Impera¬ 
tori nel pubblico circo di far l’officio d’ Auriga. Es¬ 
so Bracci dice esser questo il quarto Aulo. 
(1) Gem. tom. 2. tab. 2. n. 1. pag. 10. 
(2) Veggansi queste due autorità presso il Sallengre 
tom. 1. p. 818.
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.

powered by Goobi viewer