Full text: Volume (5,2)

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CAMMEI ED INTAGLI 
dmo, tra' quali erano i Gesirei, abitando que¬ 
sto paese (Atene) v'introdussero con molte al¬ 
tre discipline ancor le lettere, che innanzi, 
siccome io giudico, non aveqno gli Elleni. 
Questi le usarono in prima nel modo, in che 
tutti i Fenici le usano (1): poi coll' andar del 
tempo insiem colla lingua cangiaron pure 
la forma di esse (2). Molti dei luoghi, situati 
intorno a loro, si abitavano in quel tempo 
dagli Elleno-Ionici, i quali addottrinati nel¬ 
le lettere dai Fenici, mutata figura ad alcune 
poche, se ne valsero ; e valendosene dissero, 
siccome era giusto, per averle i Fenici recate 
in Grecia, che si chiamasser Fenicie. Con E¬ 
rodoto è sostanzialmente d’accordo Diodoro 
Siculo, che sulla testimonianza di Dionisio 
Milesio, scrittore fiorito prima ch’ esso Ero¬ 
doto, scrive (3): oyo roivvy (Aóvvcioc) rao 
o 
rat pénovg éri d, Káduov ronicavros er dowians 
ra nadobva ypnra, r sig r i¬ 
(1) Vedi gl’interpreti a questo luogo. 
(2) V. Spanbem. de præst. tom. 1. dissert. 2. p. 93. 
Quod vero Grœci alias post litterarum figuras usur¬ 
parunt, id ab iis non consilio, sed (quemadmodum 
in aliis quoque rebus usu venil) assidua tractatione, 
temporisque longinquitate factum puto. Voss. de Arte 
gramm. lib. 1. cap. 10. p. 46. 
(3) Lib. 3. p. 140. V. anche lib. 5. p. 227.
	        
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