148
CAMMEI ED INTAGLI
dmo, tra' quali erano i Gesirei, abitando que¬
sto paese (Atene) v'introdussero con molte al¬
tre discipline ancor le lettere, che innanzi,
siccome io giudico, non aveqno gli Elleni.
Questi le usarono in prima nel modo, in che
tutti i Fenici le usano (1): poi coll' andar del
tempo insiem colla lingua cangiaron pure
la forma di esse (2). Molti dei luoghi, situati
intorno a loro, si abitavano in quel tempo
dagli Elleno-Ionici, i quali addottrinati nel¬
le lettere dai Fenici, mutata figura ad alcune
poche, se ne valsero ; e valendosene dissero,
siccome era giusto, per averle i Fenici recate
in Grecia, che si chiamasser Fenicie. Con E¬
rodoto è sostanzialmente d’accordo Diodoro
Siculo, che sulla testimonianza di Dionisio
Milesio, scrittore fiorito prima ch’ esso Ero¬
doto, scrive (3): oyo roivvy (Aóvvcioc) rao
o
rat pénovg éri d, Káduov ronicavros er dowians
ra nadobva ypnra, r sig r i¬
(1) Vedi gl’interpreti a questo luogo.
(2) V. Spanbem. de præst. tom. 1. dissert. 2. p. 93.
Quod vero Grœci alias post litterarum figuras usur¬
parunt, id ab iis non consilio, sed (quemadmodum
in aliis quoque rebus usu venil) assidua tractatione,
temporisque longinquitate factum puto. Voss. de Arte
gramm. lib. 1. cap. 10. p. 46.
(3) Lib. 3. p. 140. V. anche lib. 5. p. 227.