Full text: Volume (5,2)

CAMMEI ED INTAGLI 
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turae sunt inimicae, ac veneno, ut istae, quas 
dixi, caprae; eae enim omnia novella sata 
carpendo corrumpunt, non minimum vites 
atque oleas.... Sic factum, ut Libero patri, 
repertori vitis, hirci immolarentur, proin¬ 
de, ut capite darent poenas. 
In tanta licenza delle feste di Bacco, non è 
da cercar nel vittimario il panno, onde il po¬ 
pa (9óryg) andava succinto si presso i Greci, 
e si presso i Romani, come asseriscono gli 
scrittori (1) e confermano i monumenti (2). 
Il sacrifizio è in aperta campagna ; ciò che 
ben mostra l’albero che vedesi presso all’ara. 
Bacco è Divinità campestre; e di tali Divinità 
pieno era ogni çolto; e questo, come ben vide 
il Visconti, e provò con un’ autorità di Liba¬ 
nio (3), per render cara ai popoli la campa¬ 
gna e il lavoro, che vi si dee impiegare, at¬ 
taccandogli all' agricoltura non solo con tan¬ 
te Divinità che si supponevano dimorare ne' 
(1) V. Propert. lib. 4. eleg, 3. v. 62. ihiq. notas do¬ 
ctor. 
(2) Montfaucon antiq. expliq. tom. 2 p. 151. sqq. Pei 
monumenti greci mi contenterò di citare l’ara attri¬ 
buita a Cleomene , che si custodisce nella R. Galleria 
di Firenze, e in che vide il Lanzi la favola d'Alceste; 
quando in verità vi è quella d’ Ifigenia in Aulide, come 
modernamente ha dimostrato un dotto oltramontano. 
(3) Museo P. C. tom. 4. p. 53.
	        
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