Full text: Volume (4,2)

STATUE, BUSTI EC. 
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Vediamo ora d’onde gli antichi traessero 
l’ambra. Il settentrione d’Europa la sommi¬ 
nistrò si ai Greci, e si ai Romani. L’ebbero 
i primi fino da antichissimo tempo, e la re¬ 
caron loro i Fenici (37): i secondi estese le 
loro conquiste in Germania, ne portaron di 
là gran copia in Roma, imperando Nero¬ 
ne (38). E poichè i Germani chiamavano l’am¬ 
bra Glesso (39), cosi eglino disser Glessarie 
alcune isole del Baltico, e quelle precisa¬ 
mente ch’ erano nel Seno Venedico, ove ri¬ 
coglievasi l’ambra , le quali i Greci di men 
rimota età, per lo stesso motivo appellarono 
Elettridi (40). Non è dunque maraviglia che 
di queste isole non sia menzione in Erodoto 
allorchè egli parla dell’elettro (41). Scrive 
(Uib. 5. pag. 215.) che gli uccelli meleagridi cre¬ 
devansi vivere nelle sognate Elettridi dell'Adri¬ 
atico ; e Plinio scrive nel lib. 37. segm. 11. p 770. 
lin. 11. Mnaseas Africae locum Sicyonem appellat, 
et Crathin amnem in Oceanum effluentem e lacu 
in quo aves, quas Meleagridas et Penelopas vocat : 
et vere (electrum) ibi nasci . Veggasi anche il Sig. 
Bossi nel suo dottissimo opuscolo dell’ Elettro 
pag. 160. 
(37) V. Gesner. de Electro. 
(38) Plin. lib. 37. sect. 11. 
(39) Plin. l. cit. Tacit. de morib. German. 
(40) Plin. lib. 4. sect. 30. Cf. Hard. 
(41) Lib. 3. cap. 115.
	        
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