DE FORESTIERI.
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movimento delle sue materie, che una
urtando l'altra nelio staccarsi dalle comu¬
ni concause, rimbobavano allo sboccare,
quasi fussero scoppi di cannone o di mor¬
tari a bombe. Ma niuna di queste simi¬
litudini è sufficiente ad esprimère quel
rimbombo, e quello scoppio, altro che
di cannone, o di mortaro . Accrescevasi
il rumore dalle molte, e ben grosse pie-
tre, che in alto scoccate precipitavano
dentro il Monte medesimo : e intanto
grandissima copia di cenere innalzavasi
su la bocca a guisa di fongo, che ( per
quanto a noi si mostrava) certo era vi¬
cino a mille paſsi di altezza; cosi soste-
nendosi in aria dall'impeto medesimo del
fvoco. Pur qualche porzione che ne cad-
de la notte, andò verso Ottajano, e Bosco.
Ma il NVenerdi 29. del mese su più as-
sai maggiore lo ſtrepito, l'eruzion delle
pietre, il fumo, e le ceneri, che anda-
rono per 2000. passi, e più in aria
Dalle 13. sino alle 16. ore tremò di con-
tinuo la vicina terra, offendendone gli
edificj della Torre dell'Annunziata, del.
Greco; Resina, Portici, ed altri luoghi
vicini. Molto bitume , e pietre infocate
uscivano dal labro della sua gran bocca,
permodochè spargendosi per la cima del
Monte ſembrava esso tutto di fuoco spe¬
cialmente formandone due spaziosi fiumi,
uno verso Ottajano, e l’altro verso Re-
sina, scendendo a mezzo il Monte, e
piu.
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