Brorz
delli Ca
ai,
ANTICHITA
144
& quid illic tantus vir faceret inquifiunt, exi respo
dit. Quo nulla alia causa in hoc loco paenali sum a
putatus, nisi quia in parte Laurentij contra Symm
cum in Pontificatu sensi: sed quæeso pro me Domini
deprecare, atque in hoc cognosces, quod sis exauditus.
huc rediens me non inueneris. Quod post paucos dies
factum est.
Fù graue la colpa di Paſcaſio, che dopò:
ceuuto Simmaco nel Sinodo per Pontefic
Romano, non hauesse voluto obedire, ma d
gno di perdono pentendosi in morte.
No lungi da detti sudatorij presso al La
è vna grotta non molto cauata ch'è lunga1
palmi, e larga ſei,e d'altezza ſette, chiama
communemente la Grotta delli Cani, pero
che entrandoui qualsivoglia animale perl
pestifeta esalatione delle mofete, tosto vim
re; sa cagione di ciò è, che quiui dall'inti
del sasso escono spiriti caldissimi quasi inu
bili, e tanto sottili, e secchi, che par che non¬
portino alcuna sembianza ſeco di fumo, ò
pore, li quali condensandosi poi per le cor
nue esalationi delle sudette mofete, che se
nelle viscere della grotte, vegono per lo g
calore di quelle a conuertirsi in acqua, co
dimostrano le goccie che distillano dal vo
dell'antro, che appaiono risplendenti a qu
perlone, che le mirano di fuori della spelur
I foraſtieri ſogliono di ciò fare l'esperien-
co i Cani, ch'essendo iui storditi per morir
ca