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scovo di Napoli, divotissimo di Nostra
Signora del Carmine, il quale vi lasció
parimente in dono la pianeta, colla quale
una volta l’ anno nella maggior solennità
di detta Chiesa, celebrava, ed è di drappo
d'oro assai ricca; ed altri ornamenti pur
ricchi, per uso di detto Altare: ed eziandio
un pajo di doppieri grandi d’argento di
molto valore, e due Angioli d’ argento.
Della Cappella della Croce, detta
di Corradino.
)Oco lungi dalla Chiesa del Carmine è
una Cappella, ove d’ ordine di Carlo
Primo Rè di Napoli, fù decollato l'infeli¬
ce Corradino, ultimo della linea de', Svev
(ſe bene in Napoli non si estinse) insieme
col Duca d'Austria,, D. Errigo di Casti¬
glia, ed altri. Qui poi d'ordine dello stesso
Rè furono sepelliti i loro corpi, ed in se¬
gno di si crudele spettacolo fu collocata.
una colonna di porfido, con un Christò ia
Croce di sopra: hà di circuito sei piedi in
circa, e lunghezza da terra fino alla iscri-
zione circa dieci piedi. Questa iscrizione è
in lettere Longobarde d'oro, del tenor se
guente:
Asturis ungue Lto pullum rapiens Aquili-
num.
Hic deplumavit, acephalumque dedit.
Qui si vede un' antica dipintura à fresco
nella muraglia, che rappresenta la morte
di Corradino, opera assai ben fatta.
Nel proprio luogo, ove furono sepelliti
i sudetti, si vede in ogni tempo, cosi d'esta-
te, come d'inverno un tondo, che pare sia
segnato con mani, e che di continuo pare
bagnato, e quel suolo nel rimanente e
arido: segno evidente del la morte innocen-
tiss: ma di quei n. eschini.