349)
gladiatori e di bestie feroci ; come pure quello di Ser¬
vilia, il quale non era ancora terminato.
Il grande edifizio qui dirimpetto vien creduto una
osteria, ma, come non è intieramente scoperto, può darsi
ancora che fosse una casa di campagna. Ha un portico
con molte botteghe , nelle quali furon trovati molti og¬
getti in bronzo, ed utensilii di vario genere. Sotto al
portico si rinvennero degli scheltri, presso de’ quali era¬
no monete ed oggetti preziosi. Si dee credere che fug¬
gendo in tempo della catastrofe qui si ricoverarono e vi
rimasero soffogati.
Dalla parte opposta si vede un recinto di mura,
il quale per la vicinanza delle tombe si volle credere de¬
stinato a brugiar i cadaveri. Forse era la corte rustica
della prossima casa di campagna , alla quale senza al¬
cuna ragione si è dato il nome di villa di Cicerone. Que¬
sta villa fu tra i primi edifizii scavati, e secondo l’uso
di allora ne furon tolte varie belle pitture, due pregia¬
tissimi musaici ed altri oggetti, e venne di nuovo rico¬
perta.
Sulla strada trovasi un portico con nove botteghe,
e di rimpetto altre botteghe appartenenti ad un edifizio
non ancora scoperto. Da per tutto furon trovati oggetti
interessanti e fino nella strada si rinvennero degli schel¬
tri con monete di oro e di argento ad essi d’ appresso.
Una grande nicchia o emiciclo vicino era forse anche de¬
stinato ad esser sepolcro , e varii altri sono cominciati
e non terminati. Un secondo emiciclo annunzia nell’iscri¬
zione la tomba della sacerdotessa Mammia. Per la strada
a lato ad esso , che una volta conduceva alla marina, si
passa ad osservare il monumento detto di Mammia, del
tutto rovinato, ma che era ornato di statue e colonne.
Esiste la camera sepolcrale adorna di stucchi e pitture.