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proprietario, all’ inquilino, o agli edili e duumviri in ca¬
rica. Da per tutto si leggono preghiere e raccomandazioni,
perchè tutta la società non presentava allora che protetti e
protettori , servi e signori, clienti e patroni. Per ordina¬
rio a lato della porta delle case o delle botteghe era scrit¬
to il nome di colui che vi abitava. Coteste iscrizioni si co¬
privano di bianco , quando si voleva surrogarne altre.
Entrandosi nella porta si trova delle volte scritta la
parola salve. Tra la prima porta detta dell’area e la secon¬
da dell’atrio era il prothyrum o sia un corridojo, ornato per
ordinario di pitture con un pavimento a musaico. I ricchi
vi aveano qui la stanza pel portinajo , e qualche altra ove
si trattenevano le persone aspettando il momento da esser
ricevute. Seguiva l’atrio, o. cavedio , che non era sempre
sulla stessa forma , e che era sostenuto da colonne , fra le
quali qualche volta mettevansi delle invetriate, a fine di
guarentirsi dall’umido o dal freddo. Nel centro dell’atrio
era l’impluvio , che accoglieva le acque del compluvio, il
quale era lo spazio che restava sooperto,in mezzo al tetto,
o sia la corte. Dall’impluvio passavano le acque nelle ci¬
sterne , donde ne venivano tratte per mezzo di aperture,
graziosamente ornate. Il pavimento dell’atrio era formato
come i nostri lastrici , e nelle case de’ ricchi era di marmo
o di musaico. Intorno all’atrio eran disposte le stanze per
gli altri usi della famiglia. Le stanze erano per lo più
senza comunicazioni , e ricevevano la luce dalla porta o
da fenestre poste in alto. Questa struttura interna delle
case dà ad esse l’aspetto de’ nostri chiostri di frati. Ne
piani superiori, se le stanze ricevevano il lume dalla stra¬
da , ciò accadeva per piccioli tondi posti in alto, ma se
sporgevano nell’ interño delle case avevano una proporzio¬
nata e comoda grandezza. Gli antichi non amavano, sogge¬
zione dentro le loro case. Le stanze erano quasi tutte a