Full text: Galanti, Giuseppe Maria: Napoli e contorni

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proprietario, all’ inquilino, o agli edili e duumviri in ca¬ 
rica. Da per tutto si leggono preghiere e raccomandazioni, 
perchè tutta la società non presentava allora che protetti e 
protettori , servi e signori, clienti e patroni. Per ordina¬ 
rio a lato della porta delle case o delle botteghe era scrit¬ 
to il nome di colui che vi abitava. Coteste iscrizioni si co¬ 
privano di bianco , quando si voleva surrogarne altre. 
Entrandosi nella porta si trova delle volte scritta la 
parola salve. Tra la prima porta detta dell’area e la secon¬ 
da dell’atrio era il prothyrum o sia un corridojo, ornato per 
ordinario di pitture con un pavimento a musaico. I ricchi 
vi aveano qui la stanza pel portinajo , e qualche altra ove 
si trattenevano le persone aspettando il momento da esser 
ricevute. Seguiva l’atrio, o. cavedio , che non era sempre 
sulla stessa forma , e che era sostenuto da colonne , fra le 
quali qualche volta mettevansi delle invetriate, a fine di 
guarentirsi dall’umido o dal freddo. Nel centro dell’atrio 
era l’impluvio , che accoglieva le acque del compluvio, il 
quale era lo spazio che restava sooperto,in mezzo al tetto, 
o sia la corte. Dall’impluvio passavano le acque nelle ci¬ 
sterne , donde ne venivano tratte per mezzo di aperture, 
graziosamente ornate. Il pavimento dell’atrio era formato 
come i nostri lastrici , e nelle case de’ ricchi era di marmo 
o di musaico. Intorno all’atrio eran disposte le stanze per 
gli altri usi della famiglia. Le stanze erano per lo più 
senza comunicazioni , e ricevevano la luce dalla porta o 
da fenestre poste in alto. Questa struttura interna delle 
case dà ad esse l’aspetto de’ nostri chiostri di frati. Ne 
piani superiori, se le stanze ricevevano il lume dalla stra¬ 
da , ciò accadeva per piccioli tondi posti in alto, ma se 
sporgevano nell’ interño delle case avevano una proporzio¬ 
nata e comoda grandezza. Gli antichi non amavano, sogge¬ 
zione dentro le loro case. Le stanze erano quasi tutte a
	        
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