(291
tà dell’Asia minore restaurate da questo imperatore do¬
po un orribile tremuoto, come dall’ iscrizione.
Il porto di Pozzuoli forma un rimarchevole avanzo
delle sue antichità , e ne istruisce ancora quanto vantag-
giosa sia la costruzione de’ moli ad archi e piloni (1).
Questo porto è stato famoso presso gli antichi, ed è as¬
sai probabile, che fosse opera degli antichi Cumani, de'
quali si è già notato che Pozznoli sia stato un tempo
l’emporio. Esso avea, come dimostra De Fazio, quin¬
dici piloni con altrettanti archi , che davano una lun¬
ghezza di 1463 palmi. Sopra l’ ultimo pilone doveva es¬
sere il fanale , e tutto il molo serviva di deliziosa pas
seggiata. Seneca (2) ci parla del popolo accorso sopra
questo molo per godere lo spettacolo di un gran convo¬
glio giuntovi da Alessandria. Fu restaurato da Antoni¬
no , come si rileva dalla iscrizione , che serbasi ancora
all’ingresso della città superiore, e che caduta in mare
per l’ingiurie del tempo fu ivi collocata nel 1775. Nel
quarto pilone si vede ancora l’ incastro della detta iscri¬
zione, precisamente della stessa grandezza. Nel quindice¬
simo pilastro evvi l’incastro di un’ altra iscrizione, for¬
se relativa al faro. Caligola , che invidiava a Serse la
pretesa gloria di aver domato il mare , costrui un ponte
di barche da Baja a questo molo , ed entrò per esso in
Pozzuoli , trionfando de’ barbari che non avea mai vinti.
Siffatta operazione di quel pazzo potente ha fatto dare da
alcuni a’ descritti piloni il nome di ponte di Caligola.
Sarebbe una bella ed utile intrapresa la restaurazione di
questo porto.
(1) Ved. la dotta ed interessante opera di Giuliano DE FAZIO Intorno
al miglior sistema di costruzione de porti. Napoli 1828.
(2) Ep. 77.