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turale nel nostro clima , e che sarebbe facile mostrare
altrove più operativo. Forse non è da approvare l’uso
del nostro clero di predicare in mezzo alle strade più po¬
polose , dove spesso poco lontano spaccia le sue frottole
un ciarlatano, e la folla di que’ che passano non arre¬
standosi pare che non curasse la parola di Dio. Un tem¬
pio o un luogo del tutto solitario eccitano certamente al¬
tro raccoglimento di cuóre per ascoltarla con profitto.
Se si avesse un poco più di cura nel coltivare e sce¬
gliere le persone , che si addicono agli altari, il clero
Napolitano sarebbe il primo dell’ orbe cattolico. Nel ge¬
nerale il clero regolare ha minor merito; e sebbene in
grado minore di prima , è geloso e rivale del clero
secolare. Prima le chiese de’ monaci e delle monache
eran le più frequentate e le meglio servite , perchè ric¬
che. Le parrocchie eran picciolissime chiese, spesso an¬
che indecenti e quasi deserte ; c ciò toglieva a’ parro¬
chi ogni riguardo. Coll’ abolizione di molti conventi
varii be’ tempii son divenute parrocchie , le oblazioni
de’fedeli si son rivolte verso di essi , ed il culto divino
ha cominciato ad esercitarsi con pompa nelle chiese par¬
rocchiali. N’ è nato un legame più giusto e naturale
de’ fedeli col proprio pastore.
Dopo di aver accennato qualche cosa sulle varie classi
sarà bene delineare i costumi più generali.
In Napoli la bellezza è più degli uomiui che delle
donne. Queste vi sono rispettate dalle leggi e da’ co¬
stumi. A misura che la civiltà ha fatto progressi hanno
esse acquistato libertà maggiore. Di fatti le sole donne
nobili vivevan prima con libertà , ed oggi nè pure gli
artigiani accompagnano le mogli quando sortono di casa.
Il feroce mostro della gelosia è stato fugato dalla dol¬
cezza de’ costumi. Ma se le donne hanno acquistato più li¬