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l’opposto i contadini non sono che fittuarii , che deggiono
stentare per pagare l’alto affitto cui son giunte le terre;
spesso nè pure conoscono il padrone , ma solamente l’e¬
sattore ; e se i proprietarii vanno qualche volta alla cam¬
pagna non prendono parte alla coltivazione , nè son pre¬
murosi d’introdurre nuovi metodi e nuove piantagioni.
Le cosi dette villeggiature de’ Napolitani consistono nel
semplice cangiar aria e nello spendere più che in città.
Conversazioni più animate, giuoco più ruinoso, tavola
più sontuosa , divertimenti più dispendiosi, l’inverso cioè
di quel che porterebbe la campagna, ecco in che con¬
sistono le villeggiature.
I letterati non formano a Napoli nessuna specie di
corporazione o di classe a parte, e le Accademie stesse van¬
no prive dello spirito di corpo. La professione di lette¬
rato ben si rado è lucrosa , spesso pericolosa. Le situa¬
zioni letterarie sono meschine e poco ambite. Contutto-
ciò le lettere sono abbastanza coltivate ; ed i letterati che
nón iscrivono sono a Napoli più numerosi di que’ ehe
scrivono. Tra questi ultimi non tutti hanno coscienza let¬
terária. Lo scopo della vera letteratura debbe esser quello
di spandere idee utili e giuste , e sentimenti veri e ge¬
nerosi, non di farne un trastullo all’ozio, uno stromento
di vanità o un oggetto di traffico vergognoso. Bisogna
scrivere, dice Droz, con coscienza, in presenza di Dio,,
e nell' interesse dell' umanità.
Il clero di Napoli è generalmente esemplare e più
tollerante di quel che si crede. Esso meno che altrove fa
pompa di scene clamorose contrarie alla carità , e copre
più che non isvela i falli de’ fedeli. Raro vi è il fana¬
tismo , il quale non sarebbe in se stesso che l’abuso del¬
l’energia , senza della quale non vi sono anime grandi:
abuso che i viaggiatori da sistema voglion supporre na¬