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ART. III. Non stiede egli per cinquecento.anni
tranquillo, ed ignoto sinanche agli abitanti del Cra¬
tere, finchè all’ epoca dell’ Imperador Tito Vespa¬
siano fu obbligato a smascherarsi, e ad éruttare
quel tanto fuoco, ed acqua succhiata dal mare,
che atterrò, le dianzi nominate Città?
ART. IV. Godressimo noi il bene di passeg-
giare, come in una nobile galleria, le lastricate
intere strade della Città, se egli non ce ne som¬
ministrasse le selici ?
ART. V. Saressimo noi esenti dagl’ insulti del
mare, allorchè ne sono aggitate le onde da oraga¬
ni, e tempeste , senza il baluardo de’ grandi maci¬
gni, ch’ egli ci appresta ?
ARr. VI. Respirerebbero gli abitanti del Cra-
tere un’aria cotanto elastica e pura, se non venisse
raffinata da vaganti vapori del suo fuoco ?
ART. VII: Gusteressimo noi le saporite frutta,
ed i squisiti vini della congiunta Montagna di Som¬
ma al detto Vulcano , se desso co’ suoi cocenti aliti
non ne depurasse il terreno, e ne proccurasse la
perfetta maturazione ?
Pertanto, confusi noi tra gl’ indicati mali, e
beni, restiamo indecisi nel preferire gli uni agli
altri, ò gli altri agli uni.