Capitolo 11.
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benche ella non trattasse questa fondatione, che
doppo 25. anni dalla morte di D. Ottauio, nulladi¬
meno dà che reſtò vedoua vi si pose à pensare di pro¬
posito, riſparmiando quanto poteua de frutti della
sua dote, e conuertendolo in capitali per impiegar¬
gli poi nell'opera, che designaua, senza di che ſareb¬
be ſtata imprudenza il tentarla, ed il perfettionarla
impossibile affatto, stante che i beni puramente do¬
tali reſtauano per legge obligati doppo la sua morte
alle raggioneuoli pretensioni de Figli. Fù dunque
tratto della Diuina Prouidenza renderla Vedoua
cosi presto per arricchirla, ed arricchirla, perche ha¬
ueſſe hauuto che ſpendere in suo ſeruitio.
Le lagrime di D. Camilla ſe furono di cuore, per¬
che ſenti al viuo la perdita di vn marito si virtuoso,
furono però moderate per la conformità, che haue¬
ua, e per l'indifferenza con cui professaua di riceue-
re dalle mani di Dio egualmente le carezze,e i casti-
ghi, ringratiandolo ſempre nell'adempimento della
sua ſantissima volontà. Vedendosi già sola, e padro¬
na di ſe medeſima, incominciò ad ideare nella sua
Caſa il Monaſterio, che fondar voleua, studiandosi,
che la sua famiglia emulaſſe le famiglie religiose
nella modeſtia, e nella santità de coſtumi. Non am¬
metteua alla ſua gratia, ſe non chi ſi persuadeua, poſ¬
ſedeſſe la gratia diuina, e professaſſe di essere amico
di Dio : e baſtaua non esserlo, ò non farsi conoscer
tale, per esser licentiato da quella Casa, quale era il
ritiro dell'innocenza,e la Reggia delle virtù. Vn an-
no prima della morte di D. Ottauio à gli 11. d'Ago¬
ſto gli era nato l'yltimo figlio, Antonio, quale come
figlio del suo dolore per la vedouanza, che le suc-
ceſse, quando lo staua suezzando, fu il suo diletto
Be-