Capitolo XVIII. & ultimo. Oratione Funebre 21y
celebrata queſt'vltima Paſqua, due soli giorni so¬
prauiſſe, e non più, poiche gia colmo di meriti, era
giunto il tempo di riceuerne, come christianamente
lo ſpero, la douuta mercede.
In quell'vltimo conflitto, ò la gran consolatione
mostraua sentire, ò in affissarsi con gli occhi in vn
Imagine del Redentor Crocefisso, ò in sentirsi ram¬
mentare Santa Maria Maddalena de Pazzi la ſua
Protettrice! A tal viſta, à questo nome, rasserenaua il
volto oppresso dall'agonie, e sorrideua feſtoso in
tempo che gia mandaua fuora la lagrima della mor¬
te. Frà queſte delitie fini di viuere, anzi ceſsò di mo¬
rire per andare perpetuamente à viuere, trasferen¬
dosi dalle trabacche di oro à i Troni di luce, da
i Palazzi della terra, alle beate mansioni del Cielo, e
da vn Paradiso Terreſtre, al Celeſte, come piamente
ſperiamo. Cosi ſin'all'vltimo fiato, frà regali del cor¬
po, e fauori dell'Anima, fù GASPARO ROOMERaC
carezzato dalla Siniſtra inſieme, e dalla Deſtra diDio:
— laeua marcentia colla
sustentans, destraque latus-
Stat.lib.
e se Dio non accolse il di lui ſpirito in bocca, sico- 2. Theb.
me quello di Mosè, possiamo credere lo riceuesse fra
le braccia; poiche ſe lui non mori frà i baci diuini,
ſpirò frà le carezze, e riposò fra gli amplessi; onde
potesse dire: Leua eius sab capite meo, et dextera illius Cant. 2.
amplexabitur me.
Cosi questo prodigioso anfibio di due elementi
della terra, e dell'aria: Cosi quell'Anima, Camaleon¬
te insieme, ed Vcello di Paradiso, che ſi era pasciu¬
ta di aure mondane, e di zefiretti sopracelesti, spari
da noi , e doppo hauer sperimentato quiuile carez-
Ee
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