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terra celebre del Modenese, per essere stata la culla del famoso Ja¬
copo Barozzi architetto, e del Preposto Muratori. Per le notizie bio-
grafiche di questo bravo uomo, e pegli edifizii che egli múrò o ri¬
staurò in Modena, rimetto il lettore al bell’articolo del professore
Brignoli che leggesi fra le aggiunte alla Memoria degli architetti del
Milizia nella edizione di Bologna 1827: io mi contenterò di esami-
nare l’opera del Soli più cospicua, la quale vedesi appunto in Vene-
zia, ed è il Palazzo Reale in fondo alla piazza di S. Marco ove sur-
geva la chiesa di S. Giminiano.
PALAZZO REGIO. Quando fu decretato dal cessato governo
italico di convertire in Palazzo Reale le Procuratie nuove, si stimò
necessario, per meglio estenderlo, di togliere l’ultima nominata chiesa.
Nel luogo dell’abbattuto S. Giminiano si cominciò a murare la scala
regía ed una parte del nuovo prospetto sulla piazza, nel quale ve¬
nivano compresi i cinque archi delle vecchie Procuratie che stavano
in quella faccia. Ma cangiato divisamento, fu demolito il già fatto, in¬
sieme coi cinque archi accennati, col fine di avere una fronte uni¬
forme in tutta quella linea, e fu chiamato il Soli, affinchè desse altro
disegno, ch’è poi quello su cui fu eretto l’edifizio attuale.
Molto fu detto a scapito di quest’opera, specialmente dai teneri
di quel benedetto S. Giminiano che ad essi pareva una perla di ine¬
stimabile valore : ma se la nuova fabbrica non può dirsi senza di¬
fetto, meritano però lode varie parti, specialmente nello interno be¬
nissimo disposte e grandiosamente architettate. Decoroso è l’atric
centrale che offre bellissimo ingresso nella piazza a chi viene da
S. Moisè e da Frezzeria. Solo sarebbe stato desiderabile meno gigan-
teschi apparissero i nove cassettoni del soffitto, e nelle incrociature
di quelli si fossero poste colonne doriche rispondenti alle mezze
che fregiano le arcate interne. A sinistra dell’ atrio si schiude la
scala che ascende per due disgiunte branche ad un vasto ripiano
dal quale si prosegue a salire per altra branca chiusa fra i due pri¬
mi; e si smonta ad egual ripiano. E forza che ognuno, anche mal
prevenuto, accordi all’effetto di questa scala non piccolo encomio.
Splendida era pure la sala nobile foggiata ottagona a mezzo di
due colonne per ogni angolo campeggianti sopra un grande nic¬
chione; má vedremo come in seguito ne fosse mutata la forma.
La facciata sulla piazza si compone cogli stessi due ordini, dorico
e jonico delle nuove Procuratie, ma fu caricata di un attico che per
essere troppo álto, rappiccolisce il secondo ordine, e riesce pesante
rispetto all’intera massa. Quanto meglio, se invece di continuare i
due ordini, si fosse immaginato prospetto acconcio all’uso dell’edisizio!