Full text: Selvatico, Pietro: Sulla architettura e sulla scultura in Venezia dal Medio Evo sino ai nostri giorni

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Bernini che si vede da lui studiato con predilezione, ma senza però 
raggiungerne quella prodigiosa franchezza e vita. 
Lavorò il Le Curt a Venezia nel monumento di Alvise Mocenigo. 
alla chiesa dell’ Ospedale; in due altari ai Frari, pei quali scolpi pa¬ 
recchie statue; e in S. Michele di Murano dove pose un S. Gi- 
rolamo. Ma per conoscere quanto costui uscisse da’ gangheri, biso¬ 
gna osservare i due monumenti sepolcrali quasi simili, che trovansi 
l’uno in faccia dell’altro nella chiesa di S. Clemente in isola. Quello 
a sinistra è consecrato a Giorgio Morosini, morto nel 1676, l’ altro 
a Pietro della stessa famiglia decesso nel 1682. Consta ognuno di 
due cariatidi figuranti fino a mezzo, busti di goffissimi facchini rav¬ 
volti il capo e le spalle da monti e caverne che vogliono dir pieghe: 
la parte inferiore si muta in pilastro che digrada a mo’ di erma. 
Queste opere fidiache reggono, nel sepolcro di Pietro, una statua della 
Giustizia con certi gonfii puttini, non inferiori in merito alle descritte 
cariatidi; in quello di Giorgio, l’eroe armato di tutto punto e teatral¬ 
mente inginocchiato su ricco sgabello: a fianchi di lui stanno più 
che terreni angeli che gli tengono l’ elmo ed il berretto da generale. 
In mezzo alle cariatidi di entrambi i monumenti sporgono due in¬ 
stecchiti cadaveri di bronzo, che portano le iscrizioni. 
L’opera del Le Curt che sia meno dell’altre infetta di baroccume, 
e che anzi addimostra qualche lampo d’ingegno, è il grandioso 
gruppo sull’ altar maggiore della chiesa della Salute, ove rappresentò 
la Pestilenza in atto di fuggire alla vista di Nostra Signora, snella 
figura che non è senza vita. V’aggiunse ai lati due bruttissime 
statue dei santi Marco e Lorenzo Giustiniani. 
MARCLIO° BARTEIEL 
23.— 
Un altro straniero si portò in quel tempo a Venezia, ma anch’egli 
senza uno stile proprio, giacchè molto sente del berninesco, sebbene. 
per quanto mi pare, con meno servilità che non il Le Curt. Questi 
fu Marchiò Barthel, sassone, di cui forse l’opera migliore vedesi a 
S. Giovanni e Paolo nel monumento di Melchiorre Lancia, veneziano, 
morto nel 1673. La composizione n’ è meschina con quel magro o¬ 
belisco ed una donna piangente a lato: ma quella donna, in cui è fi¬ 
gurata la meditazione sulla morte, non è affatto priva di affetto. Un 
altro tollerabile lavoro del Barthel vedesi nella terza cappella a de¬ 
stra della chiesa degli Scalzi. E una statua del Battista, fiacca nella 
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