Full text: Selvatico, Pietro: Sulla architettura e sulla scultura in Venezia dal Medio Evo sino ai nostri giorni

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ordinanza della facciata sul campo. Essa è divisa in due ordini, il 
primo jonico, il secondo corintio; e i profili non sono affatto scon¬ 
volti. Ma la eccessiva larghezza degli intercolonnii maggiori, le fi¬ 
nestre sagomate detestabilmente con frontespizii interrotti, anzi 
peggio, con cartelle e cartocci pesanti che tengono luogo di fron¬ 
tespizio: l’attico a bitorzoli coronato da un fastigio del pari spez- 
zato, provano che il nostro artefice considerava il prospetto di una 
fabbrica come una scena da teatro: gli bastava fosse ricca ed or¬ 
nata, affinchè facesse una viva impressione al primo guardarla; pel 
resto non si dava pensiero. Buón che nell’ attico egli pose un ben 
disposto bassorilievo figurante Cristo in croce colla Vergine e 
S. Giovanni ai fianchi! Cosi anche quegli che avrebbe desiderio di 
declamare contro il corrotto architetto, dà tregua alla collera am¬ 
mirando la potenza dell’abile statuario. Ed è appunto gran danno 
che quasi tutte le altre opere di marmo e di bronzo che per 
questa confraternita avea lavorate il Vittoría sieno andate smarrite 
o distrutte. 
Del monastero del Sepolcro sulla riva degli Schiavoni, anch’esso 
architettato da lui, poco più resta perchè possa ora portarsi giu¬ 
dizio. 
PALAZZO BALBI. Ma ben resta il Palazzo Balbi nella svolta del 
Canal Grande, che pare fosse fatto erigere dal patrizio Nicolò Balbi 
fra gli anni 1582 e 1590, ed affidato alla sesta di Alessandro 1. Il 
suo povero stile architettonico, per dir vero, vi si ravvísa, ma avrei 
piacere la tradizione fosse falsa, giacchè senza questo sarebbe forse 
l’opera peggiore ch’egli avesse innalzata. Quella misera facciata 
ribocca cosi di frontoni spezzati, di sgarbati fregi, di contorte men¬ 
sole, da non poterla guardare senza dispetto, e l’insieme non ha 
nemmeno quel fantastico che riconcilia talvolta un po’ coll’aristo¬ 
cratica architettura degli avi, richiamata in onore adesso dai pro¬ 
gressivi nepoti. 
Son del pari architetture del Vittoria due altari, l’uno nella chiesa 
di S. Giuliano, l’altro in quella di S. Salvatore; ma se spiccano per 
sceltezza di marmi e per grandiosa mole, sono anche rimarchevoli 
per la stranezza ed il tritume dei profili, e pei mille arcigogoli 
de’ sopraornati. Nel primo perô meritano lode le sculture come or 
ora vedremo. 
SCULTURE DEL VITTORIA. Compiuto intorno alle fabbriche 
E tradizione in Venezia che questo gentiluomo per tutto il tempo’, in cui muravasi il 
Palazzo, tenesse dimora in una vasta barca, avendo fatto sacramento di non dormire sotto 
altro tetto che il suo.
	        
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