Full text: Selvatico, Pietro: Sulla architettura e sulla scultura in Venezia dal Medio Evo sino ai nostri giorni

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negli atrii, ben pochi ne potrebbe vantare che reggessero al para- 
gone di questo 1. Sussegue la sala, la quale, quantunque dal pre- 
detto illustratore esaltata come una delle più nobili di Venezia. 
pure presenta un certo disordine nella disposizione de’ suoi fori 
che non può lodarsi. Nè possono del paro lodarsi le decorazioni 
doriche delle porte, secche e magre cosi, da quasi non poterle re- 
putare invenzioni del Sammicheli. Ingegnosissimi sono gli scom¬ 
partimenti dei locali al lato destro, in cui l’artefice con industri ri¬ 
pieghi seppe celare quasi tutto lo sconcio delle irregolarità: ripie¬ 
ghi che il Diedo con una bella independenza di pensamenti che 
vorremmo trovar sempre negli scritti di lui, pronunciò meritare 
di venir divulgati a lume degli studiosi, più presto di tante edizioni 
di ordini architettonici ripetute sino alla noja con poco o niun profitto 
degli iniziati. I locali de’ piani superiori, quantunque grandiosi e 
a larghe divisioni, pure mancano quasi sempre di euritmia e sino 
di simmetria, prova non dubbia che alla metà del secolo decimo¬ 
sesto non erasi ancora dato un serio pensiero all’ eleganza della 
interna decorazione, od almeno i ricchi non ne sentivano quel bi¬ 
sogno che adesso è per essi una seconda vita. Quando aveasi allora 
provveduto alle sale e alle stanze di parata, tutto era fatto. Scale 
secondarie, gabinetti, luoghi per uso familiare, apparivano ne- 
gletti. La vita era ancora esteriore, ed all’esterno voleasi mostrarla 
sfarzosa. Le dilicature odiernę, non so se a vantaggio o a danno 
dell’ uomo morale, per gran parte ignoravansi. Quindi alle fac- 
ciate, agli atrii, alle sale e stanze di ricevimento limitavansi gli 
sforzi dell’ architetto, perchè queste erano le sole parti vedute dagli 
estranei, e da cui essi potevano indovinare la ricchezza e la potenza 
de’ patrizii. 
Ma torniamo al palazzo Grimani per esaminarne la traricca fac- 
ciata. Il piano terreno, che sorge sopra robusto basamento a scarpa, 
è decorato da pilastri corintii binati per tutto, fuor che a fianco 
dell’arco centrale, la cui imposta è formata dal cornicione d’ un 
secondo ordine minore ch’è limite a due porte e a due finestre 
laterali di bel profilo, e sostegno a quel cruccio dei mezzanini, qui 
però ornati da bene scompartite finestre. Sopra un bellissimo cor- 
nicione corre il poggiuolo continuo del piano nobile, dietro il quale 
eleganti, benchè un po’ tozze, colonne corintie, disposte sugli assi 
dei sottoposti pilastri, chiudono fra i loro intercolonnii, grandi fi¬ 
nestre arcate e rettangole d’ un’ ampiczza fatta per ispaventare le 
1 Fabb. di Venezia, tom. I. pag. 123.
	        
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