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negli atrii, ben pochi ne potrebbe vantare che reggessero al para-
gone di questo 1. Sussegue la sala, la quale, quantunque dal pre-
detto illustratore esaltata come una delle più nobili di Venezia.
pure presenta un certo disordine nella disposizione de’ suoi fori
che non può lodarsi. Nè possono del paro lodarsi le decorazioni
doriche delle porte, secche e magre cosi, da quasi non poterle re-
putare invenzioni del Sammicheli. Ingegnosissimi sono gli scom¬
partimenti dei locali al lato destro, in cui l’artefice con industri ri¬
pieghi seppe celare quasi tutto lo sconcio delle irregolarità: ripie¬
ghi che il Diedo con una bella independenza di pensamenti che
vorremmo trovar sempre negli scritti di lui, pronunciò meritare
di venir divulgati a lume degli studiosi, più presto di tante edizioni
di ordini architettonici ripetute sino alla noja con poco o niun profitto
degli iniziati. I locali de’ piani superiori, quantunque grandiosi e
a larghe divisioni, pure mancano quasi sempre di euritmia e sino
di simmetria, prova non dubbia che alla metà del secolo decimo¬
sesto non erasi ancora dato un serio pensiero all’ eleganza della
interna decorazione, od almeno i ricchi non ne sentivano quel bi¬
sogno che adesso è per essi una seconda vita. Quando aveasi allora
provveduto alle sale e alle stanze di parata, tutto era fatto. Scale
secondarie, gabinetti, luoghi per uso familiare, apparivano ne-
gletti. La vita era ancora esteriore, ed all’esterno voleasi mostrarla
sfarzosa. Le dilicature odiernę, non so se a vantaggio o a danno
dell’ uomo morale, per gran parte ignoravansi. Quindi alle fac-
ciate, agli atrii, alle sale e stanze di ricevimento limitavansi gli
sforzi dell’ architetto, perchè queste erano le sole parti vedute dagli
estranei, e da cui essi potevano indovinare la ricchezza e la potenza
de’ patrizii.
Ma torniamo al palazzo Grimani per esaminarne la traricca fac-
ciata. Il piano terreno, che sorge sopra robusto basamento a scarpa,
è decorato da pilastri corintii binati per tutto, fuor che a fianco
dell’arco centrale, la cui imposta è formata dal cornicione d’ un
secondo ordine minore ch’è limite a due porte e a due finestre
laterali di bel profilo, e sostegno a quel cruccio dei mezzanini, qui
però ornati da bene scompartite finestre. Sopra un bellissimo cor-
nicione corre il poggiuolo continuo del piano nobile, dietro il quale
eleganti, benchè un po’ tozze, colonne corintie, disposte sugli assi
dei sottoposti pilastri, chiudono fra i loro intercolonnii, grandi fi¬
nestre arcate e rettangole d’ un’ ampiczza fatta per ispaventare le
1 Fabb. di Venezia, tom. I. pag. 123.