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epoche in cui i comodi dómestici non aveano, pèr dir vero fatto.
grande progresso, e
Non era giunto ancor Sardanapalo
A mostrar ciò che in camera si puote 1
le scale anche private poneansi scoperte nei cortili, e tutto al più
protette da un tetto parziale od aggiunto al grondaio della casa pel
solo tratto oćcupato dalla scala; il quale tetto per altro non valeva
a difenderne i fianchi dalle pioggie cacciate dai venti; e a salvare
chi saliva dagli incomodi delle procelle. Non v’é bisogno di parole
per chiarire come una si fatta disposizione diventasse di lunga mano
men comoda di quelle usate oggidi, ma a compenso presentavasi
poi più pittoresca d’assai, giacchè a vedere quelle larghe branche
a collo, dividere trasversalmente il nudo delle muraglie, ne veniva
all’occhio un gioco di linee piacevolissimo. Attestano la verità di
quanto io qui dico, la scala di un palazzo Soranzo in campo S. Polo,
e l’altro dei Sa¬
nuto ora Vanaxel
a S. Maria dei Mi¬
racoli, del palazzo
Armanno a S. Moi-
sè, del palazzo Cap-
pello a S. Giovanni
Laterano, della ci¬
tata casa Cicogna
alla fondamenta
Briati, della casa
che abitava Goldo¬
ni a S. Tomà, e
molte altre che
lungo sarebbe no¬
minare. Le quali
tutte però non mi
paiono eguagliare
in merito quella
Bembo alla Cele¬
stia in calle Ma-
gno. Ne ho fatto
intagliare una ve¬
p
dutina perchè si vegga quanto sia in essa giovato l’effetto pro¬
spettico.
1 Dante, Paradiso, canto XV.