Full text: Selvatico, Pietro: Sulla architettura e sulla scultura in Venezia dal Medio Evo sino ai nostri giorni

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epoche in cui i comodi dómestici non aveano, pèr dir vero fatto. 
grande progresso, e 
Non era giunto ancor Sardanapalo 
A mostrar ciò che in camera si puote 1 
le scale anche private poneansi scoperte nei cortili, e tutto al più 
protette da un tetto parziale od aggiunto al grondaio della casa pel 
solo tratto oćcupato dalla scala; il quale tetto per altro non valeva 
a difenderne i fianchi dalle pioggie cacciate dai venti; e a salvare 
chi saliva dagli incomodi delle procelle. Non v’é bisogno di parole 
per chiarire come una si fatta disposizione diventasse di lunga mano 
men comoda di quelle usate oggidi, ma a compenso presentavasi 
poi più pittoresca d’assai, giacchè a vedere quelle larghe branche 
a collo, dividere trasversalmente il nudo delle muraglie, ne veniva 
all’occhio un gioco di linee piacevolissimo. Attestano la verità di 
quanto io qui dico, la scala di un palazzo Soranzo in campo S. Polo, 
e l’altro dei Sa¬ 
nuto ora Vanaxel 
a S. Maria dei Mi¬ 
racoli, del palazzo 
Armanno a S. Moi- 
sè, del palazzo Cap- 
pello a S. Giovanni 
Laterano, della ci¬ 
tata casa Cicogna 
alla fondamenta 
Briati, della casa 
che abitava Goldo¬ 
ni a S. Tomà, e 
molte altre che 
lungo sarebbe no¬ 
minare. Le quali 
tutte però non mi 
paiono eguagliare 
in merito quella 
Bembo alla Cele¬ 
stia in calle Ma- 
gno. Ne ho fatto 
intagliare una ve¬ 
p 
dutina perchè si vegga quanto sia in essa giovato l’effetto pro¬ 
spettico. 
1 Dante, Paradiso, canto XV.
	        
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