Full text: Selvatico, Pietro: Sulla architettura e sulla scultura in Venezia dal Medio Evo sino ai nostri giorni

106 
avea anche trasfuso vita al marmo e spesso ai colori, quindi-ben 
conosceva per lunga e’ propria esperienza come l’accessorio troppo 
appariscente, o non contemperato da giuste proporzioni, distrugga 
l’effetto della forma generale. Allora non si vedevano, come adesso. 
certi ornatisti diventare i tiranni della povera architettura coi mille 
stonati loro meandri; giacchè l’architetto o faceasi egli stesso il 
decoratore dell’ edifizio che avea immaginato, o dirigeva a sua vo¬ 
glia mani modestamente suddite al suo concetto. Da ciò quindi la 
maravigliosa unità che si scorge quasi sempre nelle costruzioni del 
secolo quartodecimo, pregio che basta da solo a mostrare quanta 
meritino maggior considerazione delle monotone fabbriche presenti. 
Giotto, l’Orgagna, Nicola e Giovanni da Pisa, di cui a ragione tanto 
veneriamo le pitture e le sculture, erano pure queglino stessi che 
seppero alzare il campanile e la loggia a Firenze, i pergami a Siena e 
a Pisa, il Campó Santo in quest’ultima città, opere maravigliose per 
originale eleganza, le quali sebbene non proposte ad esemplare dai 
precettisti, pure destano la maraviglia dell’ universale, e ci fanne 
arrossire di quelle inutili, quanto orgogliose regole scolastiche che 
pajono destinate a tenerci lontani dalla architettura di cui più ab¬ 
bisogniamo. 
FILIPPO CALENDARIO 
— 
Nella classe di cosi preziosi artisti dovrebbe entrare Filippo Ca- 
lendario, giacchè a lui viene attribuita da tutti gli storíci e dalle 
Guide di Venezia quella superba mole del Palazzo Ducale. Quando 
per altro consultiamo i documenti contemporanei, allora ci vien 
dato di rilevare che il Calendario era bensi un ingegno potente, 
uno scultore rinomato, ch’egli era anche proto del palazzo pub- 
blico, ufficio che allora volea dire direttore di tutte le pubbliche 
costruzioni, ma non possiamo poi asserire che egli desse opera alle 
due facciate sulla laguna e sulla piazzetta, le quali, come proverò 
colla scorta di vecchie cronache e cogli atti pubblici, furono erette 
dopo il 1424, vale a dire, cinquantanove anni dopo la morte del 
Calendario. 
La fama però che quest’uomo godette presso i suoi coevi, e le 
sciagure che lo trassero al patibolo ben meritano che diciamo bre¬ 
vemente quanto della vita di lui sappiamo, tanto più che a molti 
è ancora pochissimo nota.
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.

powered by Goobi viewer