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le acque che vengono dalla fontana di Santa Croce.
Nella grotticina, dipinta anch’ essa da B. Poccelli, che
rimane dietro al gruppo già descritto, evvi una tazza
di marmo alquanto elevata da terra, con quattro satiri
in atto di sostenerla, e su di essa è una Venere di Gío¬
van Bologna che raffigura una femmina che esce dal
bagno.
Tornando adesso nel gran viale sopra enunciato,
e per esso incamminandosi, trovasi, poco oître la descritta
grotta, un cancello che racchiude un glardinetto, il
quale fu unito a Boboli dal Granduca Ferdinando III,
e decorato di una tazza con un Giove di greco scar¬
pello , molto peraltro restaurato. Poco più innanzi, e
contiguo al mentovato giardino trovasene un altro, detto
di Madama, nel quale è una vasca ed un residuo di una
graziosa grotticina del medesimo Bernardo Buontalenti,
che è decorata con alcune capre al naturale, scolpite
da G. Fancelli. — Proseguendo il cammino si giunge ad
un vago recinto detto comunemente l'Anfiteatro, perchè
ha molta analogla con queste antiche moli. E questo
circondato da una muraglia balaustrata, sulla quale si
elevano sel ordini di sedili su’quali stavano le persone
che erano ammesse a godere delle feste e spettacoli
che vi si dettero in vari tempi dai Regnanti. Nel mezzo
dell’arena osservasi un obelisco egiziano di granito
rosso orientale (1247), ed una antica tazza, pure di
granito, collocatavi nel decorso anno 1841. — Dal cen¬
tro della arena di questo anfiteatro, di faccia al Palaz¬
zo, si parte un magnifico stradone, intersecato da altri
stradoni minori, che conduce alla fontana e lago del
Nettuno. Nel mezzo di questo si eleva una vasca co¬
struita di spugne, e attorniata da tritoni, da mostri e
da conche marine di marmo, sulla quale, in atto di
comando e di furore , é la statua in bronzo di Nettuno
(1247) Secondo il cav. Franc. Inghirami (Des. dell' I. e
R. Palazzo Pitti, pag. 104) pare che questo obelisco possa
essere quello descritto da M. Fabio Calvo nella Roma an¬
tica, il quale ai suoi tempi era gia cente nei circo di Flora.