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pontificali, ed in atto di benedire. Sulle pareti laterall
sono due affreschi di sommo pregio del celebre Passi¬
gnano. « Nella pittura a mano diritta (866) vi è espres¬
so quando il Santo Corpo (di Antonino) fu esposto in
S. Marco, avendogli fatta l’orazione Panegirica il ve¬
scovo di Glandeva Ugolino Martelli, che è quello che
si vede in pulpito. Fra le molte figure vi sono ritratti al
naturale...... Averardo e Antonio Salviati (fondatori
della cappella) , e sono quelli in atto di discorrere insie¬
me, volti verso il popolo , con i collaretti a lattuga ; ed i
Prelati che si veggono sedere sulle panche parate rap¬
presentano 5 Cardinall e 19 Vescovi, che tanti allora si
trovavano in Firenze a questa funzione. — La dicon¬
tro pittura è molto più rimarchevole.... e curiosa. Rap¬
presenta la.... processione fatta per la città col Corpo
di S. Antonino, portato sulle spalle de’ Vescovi.....e
accompagnato da tutto il Clero, da Magistrati, da Prin¬
cipi, Signori, e Grandi.. ....che sono quelli portanti
il Baldacchino, ritratti di naturale, con la foggia pro¬
pria del vestire.... di quei tempi....Il 1.° è il G. Duca
Ferdinando 1; il 2.° il Duca di Mantova; il 3.° D. Pietro
de' Medici; il 4.° D. Cesare d’Este; il 5.° Francesco
Salviati; il 6.° Ferrante Rossi; il 7.° il Marchese di
Riano; e l’ 8.° il Marchese della Cornia ». Finalmente
noteremo che il pittore di quest’ opera (il di cul ritratto
è quella figura di viso grasso e rossiccio con collare a
lattuga) fu creato in Roma cavaliere della Croce di
Cristo ad istanza de’ Salviati, che vollero dargli cosi
un maggiore attestato di gradimento per si bel lavoro.
A questo ricetto sussegue la Cappella del Santo, archi¬
tettata d’ordine composito, e ricchissimamente ornata
di marmi, sculture e pitture.— L'altare è alla Romana
intarsiato di pietre dure , e sotto di esso conser¬
vasi l’incorrotta spoglia di S. Antonino , custodita in
una ricca e decorosa cassa. Il quadro che occupa il
prospetto principale della Cappella, è opera molto ce¬
(866) Sono parole della Firenze Ant. e Mod. Tom. III,
Mune
pag. 216.