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durante la pestilenza del 1437, per impetrare dal cielo
la cessazione di quel flagello micidiale (219).
Entrando adesso nell'interno per la porta mag¬
giore, ci si presenta allo sguardo un insieme di tanta
semplicità, eleganza e proporzione, che sorprende ed
incanta ; e se più non si vedono decorate le sue pareti
de trofei militari, delle bandiere, sopravveste, targhe,
elmi, scudi e drappelloni, come ne’ tempi repubblicani;
vi si vedono però oggetti celebratissimi delle tre Arti
sorelle, ed i Mausolei e Cenotaf di quegli uomini sommi
de'quali va con ragione superbe
esm
Mos
il bel paese
91E) immala
Che Appennin parte, il mar circonda e l'Alpe.
slonp a : onsigi
La pianta é a croce latina, o a Tau, ed è divisa nel
braccio maggiore in tre navate da sette archi per
parte, di sesto acuto, sostenuti da pilastri o colonne
ottagonali, e nella parte superiore della chiesa sono di¬
verse cappelle di varia forma e grandezza. Sopra le ar¬
cate, in luogo del cornicione , ricorre un ballatoio sor¬
retto da mensole di pietra. Narra il Vasari (220) che
Arnolfo per riflesso di solidità, non avendo giudicato
prudenziale di costruire le volte alle navate minori, e
molto meno alla maggiore, attesa la loro ampiezza,
immaginó di coprirle con tetti a frontispizio come si
vede, anco per meglio deviare le acque col mezzo di
canali di pietra, che situò sopra gli archi traversi, e per
dare all’interno una forma più gradevole di quello che
un tetto uniformemente inclinato come suol farsi, non
gli avrebbe data. — La lunghezza interna della chiesa
dalla porta a tutto il coro è di braccia 198; la larghezza
della navata principale braccia 32 e un sesto; la gros¬
sezza de’ pilastri braccia 3 e un quinto; la larghezza
delle navate minori braccia 13 e mezzo; la larghezza
(219) RICHA, T. 1, p. 38. — GARGIOLLI, Description de
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Florence, T. II, pag. 2.
(220) Vita d’Arnolfo, pag. 95.