A CAJANO
127
del Principe Carlo di Lorena, avea dovuto
accettar suo malgrado un partito offertole
dalla fredda politica di stato, e che avea in
favor suo la volontà imperiosa di un Luigi
XIV. Astretta a sottomettersi alla necessita.
avea portato in Toscana tutto il rancore,
tutta la tristezza, e tutto il mal’animo che
sacrifizj di questa sorte sogliono ordinaria¬
mente produrre. Appena giunta in questo
paese tutto le parve insopportabile; nulla
valeva a divertirla, nulla era capace di con¬
tentarla, nè in casa nè fuori. Invano lo Spo¬
so ed il Suocero con ogni sorte di condi¬
scendenza, con ogni dimostrazione di tene¬
rezza e d’amore si sforzarono di guadagnar-
ne la benevolenza. Inutilmente per calmar
l’animo di questa donna intrattabile riusci
l’istessa intervenzione del Re, il quale le
scrisse amorevolmente, inviandole la Signo¬
ra Du Defant che l’avea educata, affine di
indurla a vivere in buona concordia col ma¬
rito, che tanto amava lei, quanto essa gli
dava ogni giorno le meno equivoche testi¬
monianze di disprezzo e di aborrimento
Finalmente stanco il suocero di tanta e si
lunga ostinazione, e volendo, quanto era
possibile, occultare al pubblico i travagli
interni della famiglia, risolse di mandar la
Principessa al Poggio a Cajano. Si credè al¬
tresi che la solitudine, la ristrettezza, la
noja le avrebbero ispirato sentimenti più