LEZIONE
retinerent. E noi veggiamo di presente, che i Napoleta-
ni, essendo stati usi in antico a parlare la lingua Greca
in dialetto Dorico, vale a dire, colle vocali molto aper-
te, e con espansione di pronunzia, per la quale derise
già i Dorici Cleobulina co' suoi graziosi versi appresso
Laerzio; comecchè poi parlassero Latino, e finalmente
volgare Italiano, pure ſempre la larga pronunzia hanno
ritetiuta, e non la lasceranno giammai. Cosi dunque si
dee credere, che la pronunzia gutturale, e piena di tan-
te aſpirazioni, che hanno i Fiorentini, sia quella primie¬
ra, che ebbero nella loro origine ; e pertanto non la po-
terono ricevere nè da' Greci, nè da' Latini, ma solamen-
te da popoli, che con molte aspirazioni, e gutturalmen-
te, favellassero, quali furono i Fenici, come molto giu-
dizioſamente oſſerva il dottiſsimo Matteo Egizio nella sua
Illuſtrazione del Senatusconsulto sopra i Baccanali pag. 146.
con quelle parole: Adderem Florentinos, nisi ex imo gut-
ture pronuntiantes originem adbuc ostenderent Phoeniciam;
la quale riflessibne è assai più giusta delle antecedenti,
che fa opinando che la diversità de dialetti poſſa pro¬
cedere dal temperamento dell' aria, la quale secondo lui
ad verborum pronuntiationem, modo pressam, modo elatam,
mirum in modum conducit: sul che io credo soggetto a
qualche difficoltà, o almeno non cagione si ovvia, e spe-
rimentata, e Si immediata, come quella dell' origine.
Queste coſe tutte premesse, ne viene molta verosimi-
glianza che i Fiorentini non vengano neppure da Fie-
solani nel loro cominciamento, nè da altri popoli in¬
digeni della Toſcana, i quali non si sa che avessero pro¬
nunzia gutturale, e piena di 'aſpirazioni, anzi dalle In¬
ſcrizioni Etruſche a noi pervenute chiaramente ravviſasi
che gli antichi Toſcani aſpiraſſero pochissimo, rade volte
vedendoviſi l' aſpirazione adoprata. E' vero, che i Lidii
an¬