Full text: Volume (1)

CXLII 
PREFAZIONE. 
di Firenze, da lui sempre amati e per la moltá pietâ, e per 
lo studio profondo della sana Teologia, e per la perizia del¬ 
la Lingua Santa; e ciò fece, come egli dichiara nel testamen- 
to, in suffragio dell' anima sua, per isconto de' suoi peccati 
per l’ acquisto delle vere virtù, e per isgravio e dovere di 
sua coscienza ec. Queste espressioni sembrano indicare, che fos¬ 
se omai tale l’ errore, e l’accecamento, dell’ animo del Rica- 
soli, che le impudicizie e le oscenità, le quali ei commetteva 
colla Faustina, e colle di lei fanciulle, non fossero veramente 
da lui stimate peccaminose; ma più tosto catartiche e pur¬ 
gative dell' anima, come in verità dava ad intendere a quel- 
le semplici ed ingannate femminucce, seguendo le vestigie de 
Carpocraziani, e di altri impurissimi Eretici. Con tutto que¬ 
sto però proseguiva indefessamente i suoi studi sacri, e con¬ 
versava con uomini religiosi e dotti, da' quali era stimato; 
on sapendo essi nulla della sua celata ed occulta empietà. 
Tali erano, come si è veduto, il P. Dionisio Bussotti Gene¬ 
rale de’ Servi di Maria , il P. Giovan Paolo Bimbaci Mino¬ 
re Conventuale Professore nell' Vniversità Fiorentina, il Dot- 
tor Cosimo Suetonio Professore di lingua Ebraica nell' Vniversi¬ 
tà di Pisa, i Dottori della Facoltà Teologica di Firenze, 
e i suddetti Padri Carmelitani Scalzi, e tra questi spezial¬ 
mente il Padre Reverendissimo Giovanni Andrea di S. Giuseppe; 
ed a questo ed al suo Convento, volendo egli l’ anno MD¬ 
XXVII. di per se stesso eseguire il suo pio legato, con nuo¬ 
vo strumento di donazione inter vivos, donò effettivamente tut- 
ta la sua predetta Libreria, co' suoi Manoscritti sino allora 
csistenti, e co' bei Disegni e Pitture, le quali si trovava; 
facendola egli stesso il di XXIV. Aprile trasportare a San 
Paolo, e riservandosi soltanto il poter chiedere in presto que 
libri, de’ quali giornalmente avesse avuto bisogno, con obbli- 
go di restituirgli, come sempre praticò. Dopo alcuni giorni 
dal trasporto, egli stesso la fece collocare nella stanza desti¬ 
nata a Libreria, ordinandola colle sue proprie mani per 
classi: e indi ad altri pochi giorni, forse invitato da esso, 
intervenne a vedere questa Libreria in S. Paolo il Serenissimo 
Granduca Ferdinando II. insigne e munifico benefattore e pro¬ 
tettore di quel povero Convento, e divotissimo della Religio¬ 
ne Teresiana, con tutta la sua Corte, e molta Nobiltà Fio¬ 
rentina; applaudendo tutti quanti alla generosa e pla opera 
del nostro Pandolfo. Sopra la porta di detta Libreria vi avea 
Pandolso fatta porre la seguente Iscrizione da lui stesso fatta a 
perpetua memoria del benefizio; la quale è scolpita in mar¬ 
mo, ed è come segue: 
D. O. M.
	        
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