PREFAZIONE.
CXLI
Dio! In oltre non poteva non sapere, che sino dal principio
della Chiesa non mancarono Sette, che rilasciavano il freno
a' sensi, e a tutte l’ impudicizie e oscenità, fondate su falsi
e diversi principi, come quelle de’ Nicolaiti, Gnostici, Cainia¬
ni, Carpocraziani, e simili; più portenti che nomi: onde la
passione tanto più lo potè far travedere; e fargli parere, che
non senza qualche ragione quegli Eretici si movessero a opinare
in quella stravagante maniera . Ma qualunque la cagione si
fosse, certa cosa si è, che nell' anno MDCXXXII. la sua men¬
te era già sovvertita; e si era rilasciata a volersi prevalere
dell' occasione e della comodità , che gli porgeva l’ adunanza
di tante fanciullette , che vivevano sotto la sua direzione.
Comineiò dunque a suggerire e insinuare alla Faustina Mainar-
di, e alle sue ragazze , che l’ impudicizie, e i congiungimenti
carnali, non solamente non erano peccato; ma ancora, che
faccendosi con retta intenzione, e con fine di perfezionarsi nella
grazia, erano opere meritorie , e tante vittorie contra il Dimo-
nio . E perchè più quelle? semplici femmine gli credessero, e
non sospettassero d’ inganno, dava loro ad intendere, che avea
sovente l’ apparizione del suo Angelo Custode, e di altri San-
ti, e che godeva preventivamente le delizie del Paradiso. Ma,
perchè le cose passassero meglio, tirò nel suo partito un certo
Jacopo Fantoni, giovanotto Fiorentino, Cherico, che poi si or¬
dinò Sacerdote nell’ anno MDCXXXIX. in circa, il quale col
fiore degli anni poteva supplire le intermittenze del Ricasoli
e mantener contente le donne. Con tutto però che il Rica-
soli avesse cosi dato in reprobo senso, pure era indefesso ne’
suoi studi, ne' suoi esercizi ecclesiastici, nell' esterna compo¬
stezza, ed esemplarità, o per dir meglio ipocrisia. Quindi
avendo già scritta e pubblicata la Vita del P. Montorsi, stam¬
pò in Firenze in un tomo in 8. in questo stesso anno MDC¬
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XXXII. un libro col seguente titolo: Osservazioni celesti conte¬
nute nellá Vita del P. Angiolo Maria Montorsi Servita Fiorentino;
e nell' anno seguente pubblicò parimente in Firenze la tradu¬
zione Italiana , che avea fatto, dell' Orazione bellissima di San
Cipriano , Della Mortalità; avendolo mosso a ciò fare la pesti¬
lenza, che fu in Firenze e nella Toscana l' anno MDCXXX.
e che ritornò con più strage nel MDCXXXIII. la qual morta¬
lità è diffusamente descritta da Francesco Rondinelli, Biblioteca¬
rio di Ferdinando II. Granduca, in un libro in 4. impresso in Fi¬
renze l' anno MDCXXXIV. Il Ricasoli dedicò questa sua trasla¬
zióne alla Reverendissima M. Badessa, e Suore, del Monastero
di S. lacopo delle Murate, colle quali Monache si vede avere
avuto gran corrispondenza. Nell' anno poi MDCXXXV. fece egli
il suo ultimo testamento, nel quale a titolo di legato lasciò
la sua insigne Libreria a' Padri Carmelitani Scalzi di S. Paolo