Full text: Volume (2,2)

Suet. in 
Caes. 
matolo a se: E' egli possibile, disse, che 
tu mi trami con tant' arte la moite, e 
che gli stessi miei nemici me n abb ano a 
dare avviso? Lorenzo subitamente rispole, 
esser verissimo che avea detto a molti di 
volerlo ammazzare, ma che aveva fatto 
ciò per trar dalla bocca de nemici di sua 
Eccellenza ciocchè: eglino andassero mac- 
chinando; se questa via non tenesse, se 
non averne altra migliore per ben ser- 
virlo. 
Per questi ed altri ingegnosi modi 
egli si era guadagnata tanta fede e bene¬ 
volenza nell’ animo del suo Principe, che 
questi soleva dire, che se gli fosse acca- 
duto di dover partir di Firenze per qual¬ 
chè tempo, non lascerebbe altro per suo 
Luogotenente al governo della Città, che 
Lorenzo. 
Non però giunse il Duca a tanta di- 
menticanza di se medesimo, quanta fu quel- 
la di Cesare, il quale era solito dire, che 
era meglio una sola volta soggiacere, che 
sempre guardarsi dalle insidie de’ tradito- 
ri, e che la sua salute interessava egula- 
mente la Repubblica che lui stesso: Ma 
il Duca Alessandro oltre di aver disarma- 
to il Popolo, vestiva sempre di giaco, te- 
neva appresso di se grossa guardia di 
Soldati, e molte Lance spezzate aveva con- 
tinuamente dintorno. 
Dop
	        
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