Suet. in
Caes.
matolo a se: E' egli possibile, disse, che
tu mi trami con tant' arte la moite, e
che gli stessi miei nemici me n abb ano a
dare avviso? Lorenzo subitamente rispole,
esser verissimo che avea detto a molti di
volerlo ammazzare, ma che aveva fatto
ciò per trar dalla bocca de nemici di sua
Eccellenza ciocchè: eglino andassero mac-
chinando; se questa via non tenesse, se
non averne altra migliore per ben ser-
virlo.
Per questi ed altri ingegnosi modi
egli si era guadagnata tanta fede e bene¬
volenza nell’ animo del suo Principe, che
questi soleva dire, che se gli fosse acca-
duto di dover partir di Firenze per qual¬
chè tempo, non lascerebbe altro per suo
Luogotenente al governo della Città, che
Lorenzo.
Non però giunse il Duca a tanta di-
menticanza di se medesimo, quanta fu quel-
la di Cesare, il quale era solito dire, che
era meglio una sola volta soggiacere, che
sempre guardarsi dalle insidie de’ tradito-
ri, e che la sua salute interessava egula-
mente la Repubblica che lui stesso: Ma
il Duca Alessandro oltre di aver disarma-
to il Popolo, vestiva sempre di giaco, te-
neva appresso di se grossa guardia di
Soldati, e molte Lance spezzate aveva con-
tinuamente dintorno.
Dop