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nendo egli stesso tiranno, ed infedele al
suo Principe, fini tragicamentie di vivere,
come l'Ammirato racconta: „ Intanto
egli dice, per la diligente cura che si te-
nea da’ Dieci, sopra Corrieri, Staffette,
Pedoni, e simili portatori di lettere, fu-
rono in Montepulciano ritrovate lettere
del Vitelleschi senza consentimento del
Pontefice scritte al Piccinino; le quali por-
tate da quel Magistrato ad Eugenio (3).
benchè fossero scritte in cifra, e malage-
volmente qual fosse il vero sentimento di
quelle comprendere si potesse, grandemen-
te l’animo del Pontefice spaventarono, tar-
di accortosi quanto era cosa pericolosa in
cosi fatti tempi ad un Ministro audace e
grande, siccome era il Vitelleschi, aver
dato tanta autorità e reputazione, sicco-
me egli aveva fatto. Deliberato per que-
sto di assicurarsi di lui, fu con il consiglio
di Cosimo mandato con lettere di creden-
za Luca Pitti ad Antonio Rido Castellano
di S. Agnolo a Roma, il quale nel mi¬
glior modo che potesse, s’ingegnasse d'
avere il Patriarca, o vivo o morto nelle
mani, cosi esser necessario per quiete e si-
curezza della Sede Apostolica, e dello Sta-
to Ecclesiastico. Fu la fortuna favorevole
al desiderio del Pontefice e de' Fiorentini,
perciocchè volendo il Patriarca passare in
Toſca¬
(3) Si trovava allora in Firenze.
Stor. Fiot.
lib. 21.