Full text: Berchet, Guglielmo: Illustrazione storica e artistica della cripta o sotteraneo di S. Marco in Venezia

Nell’ anno 1825, per riparare ai guasti ch’ eransi iriscon¬ 
trati nel pavimentó del presbiterio, si cangiaronó alcune colonne 
della Sóttoconfessione, e si rifecerocapitélli. In tale occasione, si 
tentô la rimozione dell’acqua che vi si alzava fino a 60 centimetri, 
si mondó il selciato dal denso limo che lo copriva, e finalmente 
nel 1830 si diede corso libéro all’ aria mediante apertura delle 
finestre laterali; ma si abbandonò ogni speranza di rendere acces- 
sibile al pubblico il sotterraneo, perché l’acqua ben presto tornò 
a penetrarvi. 
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LAVORI FATTI PER ASCIUGARE LA CRIPTA. 
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Era riservato ai giorni nostri di vedere questa interessante 
parte della basilica ridonata all’ antico suo stato. 
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Nell’ estate dell’ anno scorso, il Prefetto commendatore To- 
relli, ragionando della chiesa di S. Marco con S. E. il cardinale 
Patriarca, questi accennò alla Cripta, e come fosse deplorabile 
che dovesse rimanere chiusa, perché da più secoli invasa dalle 
acque. Il Prefetto. volle allora visitarla, e l’indomani, fatto per 
ordine della fabbricieria un pontile dillegno che si avanzava fino 
verso il centro, egli si recò a vederla, e tosto esternò il parère 
che sarebbe cosa possibile il ricuperárla, mediante applicazione 
al suolo ed alle pareti del cemento idraulico bergamasco, che avea 
già attirata la sua attenzione per opere veramente straordinarie 
altrove compiute. Invitato l’ architetto della chiesa, comm. Me- 
duna, il Prefetto gli comunicò quella sua opinione, appoggian¬ 
dola a lavori fatti con tale cemento idraulico, che aveano dati 
ottimi risultamenti, e fra gli altri un gran ponte sull’ Adda a 
Rivolta, allora appena ultimato; e propose di far venire da Ber- 
gamo l’ ingegnere Milesi, intelligente ed abilissimo nella sua pro- 
fessione. Lo zelante architetto della nostra basilica convenne tosto 
nelle idee del Prefetto e, chiamato l’ ingegnere Milesi, discesero 
di nuovo tutti e tre nel sotterraneo, e più accuratamente esami- 
nata la Cripta, il Milesi dichiarò che si poteva redimerla, e as¬ 
sumeva la responsabilità della riuscita. Egli fu allóra pregató di 
presentaré una proposta, in seguito alla quale l’ingegnere Me¬ 
duna offerse un progetto regolare alla fabbricieria (1), desidérosa 
essa pure di ricuperare quella Cripta, anche perché si sarebbero 
rassodate le fondamenta della chiesa, e tolto il fetore che emanava 
da quel deposito di acqua stagnante. 
IIoprogetto ottenne l'approvazione dell' autorità tutoria; e 
sulla base di quello venne fatto il contratto col Milesi, e fu sta¬ 
bilito che i lavori avessero principio all’ epoca delle basse maree, 
nei mesi di febbraio o di marzo dell’anno successivo. 
Cosi avvenne di fatti, e nel mese di febbraio 1868 incómin- 
ciarono le operazioni, che non e senza interesse accennare in qual 
modo furono condotte. 
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Prima d’ogni alta cosa facevasi l' impianto di una potente 
pompa aspirante per togliere l’ acqua e mantenere asciutto il sot 
terraneó; poi procedevási ad una esplorazione del suolo, il quale 
evidentémente appariva rialzato d’assai in paragone a quello 
che doveva essere all’epoca dell’originaria costruzione della Cripta. 
Ecco cid cheisi e riscontrato: — Sotto un sottile strato di fango 
melmoso depositato dalle acque, giaceva un pavimento di grandi 
lastroni di pietra calcare; sotto di esso si trovò uno strato di 
sabbia marina impregnata di soluzioni fangose e putride, dello 
spessore di/25 centimetri, e di argilla compatta, posta in origine 
siccome mezzo per isolare il recinto, ed impedire l’ ingresso delle 
acque ; quindi comparvé qualche avanzo dell’antico pavimento di 
marmo greco. (Tac.IVI). 
L’esito di questa esplorazione tolse ogni dubbio sulla con¬ 
dotta del lavoro e sulla profondità alla quale dovevasi stabilire 
ilinuovo pavimento, e concordemente fu deciso di ricostruire il 
pian del stterrne pi basso. 
Levato quindi il pavimento di pietra calcare, si esportava 
il sottoposto strato di sabbia, e con esso anche lo strato d’argilla, 
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(1) Sono fabbricieri di S. Marco i sig. co. P'alier arcidiacono, Ferdinando De Me- 
dici canonico, cav. Antonio Rosa agenté del Tesoro, dott. Vincenzo Nordio, e Pietro Sac¬ 
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cardo ingegnerel
	        
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