146
delle feste pubbliche date in somiglianti ocea
sione dai nostri antenati per farne un piacevol¬
parallello colla vista delle presenti, siccome di
principio avevamo promesso, cosi si contente¬
ranno di aver sul momento un succinto detta-
glio delle medesime, che in questi giorni sonc
per darsi in si propizio evento, riserbandoci d
darne un supplemento a questo breve dettaglio
quando le avremo vedute nel medesimo sesto di
questo librerto, ed in tal guisa resterà il nostro
lavoro più ordinato, e compito,
Lasciando non pertanto alle menti rischiarate
le metafisiche speculazioni della vera origine,
e della maniera la più sublime di rendere il
dovuto omaggio ai proprj Sovrani, come che
inetta alla semplice narrazione di feste, che è
scritta sol per la moltitudine, diremo adunque,
che già dal cuore sensibile dei Sanesi prepara-
vasi un ingresso alquanto bene ornato ai gra-
ziosi Sovrani, quando l'immortal Ferdinando
con quella filosofica moderazione, regolatrice
di tutte le sue azioni, fece intendere, che rin-
graziava i Sanesi di tale esterno festeggiamento
benchè giustamente dovuto. In fatti pur troppo
lo ha verificato col fatto, poichè in questa
mattina senza alcuna pompa esteriore d'impo-
nente grandezza è entrato nella Città nostra
verso le ore 11. incontrato da un popolo affol-
lato, e delle genti delle Contrade, ma senza
fpiegar bandiera, e senza il canoro suono degli
strumenti, nè di quello delle campane, come da-
gli antichi si praticava in mezzo soltanto dei
grati evviva della gioja la più sincera, animata
dal grato giubbilo di rivedere dentro alle pro-