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fama intanto era precorsa lungo lo stradale, ed era
giunta anche in Siena.
Erano quelli tempi di viva fede: e l’uomo non intra-
prendeva cosa, senza prima ricorrere alla Divinità.
Venne il sospirato primo Settembre 1595, e gli ascritti
al viaggio in numero di 120 si radunarono nella loro
Chiesa, e là dopo essersi confessati si accostarono tutti
alla Mensa Eucaristica.
Il giorno seguente, giorno della partenza (era sab¬
bato) di nuovo si radunarono nella loro Chiesa, e là
dopo avere ascoltata devotamente la S. Messa e reci-
tate le debite orazioni, invocato il Nome di Dio, della
Beatissima Vergine e di S. Caterina dettero principio
al pellegrinaggio. Gli uomini erano tutti vestiti con
sacco bianco, con cordone, cappello e mozzetta di co¬
rame nero, e tutti avevano un bordone parimente nero
con un vasetto in cima e col nodo inargentato. Nella
mozzetta avevano un’ immagine di S. Caterina in modo
che posasse sulla spalla sinistra. Il devoto corteo prece-
duto dal Vessillo della S. Croce in mezzo a due lanternoni
ed a molte torcie di cera bianca accese, ed accompagnato
da numero grande di persone dell’ uno e dell’ altro
sesso, si diresse per uscire di Roma alla Porta Fla-
minia, detta del Popolo, cantando inni e salmi. Giunti
alla Chiesa della Madonna del Popolo vi entrarono e
fatta breve orazione, ripresero il cammino e pervenuti
alla Porta Flaminia si licenziarono dagli amici e pa¬
renti. Cammin facendo or recitavano l’ uffizio della
Madonna colle ore canoniche, or i Salmi Penitenziali,
or i Graduali ed or altri salmi, o inni o orazioni.
Erano a guida del pellegrinaggio il Sig. France-
sco Tancredi Cavaliere dell’ Ordine di S. Stefano e
Maggiordomo del Cardinale Ascanio Colonna, il ram-
mentato Camprisio Cornovaglia segretario del Cardinal