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starvi tutto il giorno per secondare il desiderio di chi
voleva far benedire corone o altri oggetti. Fra le di¬
vote, con generale edificazione, fu veduta la serenissima
Arciduchessa Cristina prendere un anello, farlo bene¬
dire davanti alla Vergine e riporlo poi in dito.
In quanto al Tempio non si credè poterlo meglio
decorare che cogli stessi trofei della Vergine. Si vede-
vano gli stendardi portati dai diversi Comuni, i voti
di oro e d’ argento, tabelle rappresentanti or naufragi,
or cadute, or mille altri pericoli da cui erano stati li¬
berati per l’ intercessione della Vergine. E questi voti
e trofei erano in si gran numero che non solo rico-
privano le pareti, ma anche le volte del tempio. L’Al¬
tare Maggiore era parato di broccatello bianco coll’arme
medicea, dono della serenissima Madama Cristina, al
qual dono aggiunse una pianeta con tonacelle e pi-
viale della stessa materia. Nel gradino dell’ Altare
v’ erano tre angeli d’ argento con simili reliquiari ; e
sopra levato in alto v’ era un piccolo trono parimente
d’argento su cui doveva essere collocata la Madonna,
ed aveva'l’ iscrizione - Tu honorificentia populi nostri
- Oltre i doppieri e le faci, che dovevano ardere in-
torno all’ Altare, pendevano davanti ad esso otto lam-
pade d’ argento, e la Chiesa dall’ alto al basso tutta
era ricoperta di faci. Nelle due nicchie, che allora erano
ai lati della porta maggiore si vedevano le statue di
S. Bernardino e di S. Caterina, e nell’alto il ritratto
di quel Brandano che aveva vaticinato lo scoprimento
di questa Sacra Immagine.
Anche la facciata del Tempio era messa a festa,
come tutta la piazza era circondata di stoffe e di arazzi.
Nell’ alto della facciata adorne di festoni si vedevano le
Armi del S. Pontefice, del Gran Duca, del Cardinale
Bichi, dell' Arcivescovo, del Governatore Gonzaga e
della Città.