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guiti in questi ultimi anni e in questi ultimi mesi, es¬
sendochè richiama per questo l’ attenzione dei Giurati
sulla mostra della Società Salviati. Quella mostra addite-
rà la ripetizione dei molti vetri originali posseduti dal
Museo stesso. Gli artisti della Compagnia Salviati han¬
no emulato e sotto qualche: aspetto vinti i loro padri.
Eglino furono i primi a ripetere le opere con che quat-
tro secoli or sono i loro avi facevano meravigliare il
mondo: la partita poi delle lampade e in modo parti-
colare quella dei candelabri, in confronto di quanto in
questo campo facevano gli antichi, è stata posta in una
nuova e più splendida via. Il merito eminente che va so¬
pra ad ogni altro del Salviati si è quello di aver dischiuso
un campo sconfinato al commercio coll’aver saputo dispo¬
sare le antiche forme alle moderne per adattare all’uso e al
lusso della vita i proprj manufatti. Di un solo studio più
che tutto devono occuparsi a nostro avviso il Salviati ed
i suoi artefici per raggiungere gli antichi, è lo studio del¬
la smaltatura e della doratura a fuoco. La vivezza, l’omoge
neità, l’impasto delle tinte colorite e l’oro lasciano qualche
cosa a desiderare, come favellano i vetusti saggi esistenti nel
nostro Museo. Se alla bellezza, al gusto, alla regolarità dei
disegni, che non mancano, si unirà la parte tecnica, la ma¬
nifattura Salviati qui pure emulerà quanto si faceva in
passato. Essa però anco in questo genere di lavoro, ch’era
interamente perduto, è sulla via del vero progresso. Non ag-
giungiamo altre parole dacchè abbiamo parlato diffusamente
sotto ad ogni aspetto del rinascimento dell’arte avvenuta in
questi ultimi anni a Murano, nella Monografia della vetra-
ria veneziana e muranese : a quell’opera quindi, come abbia¬
mo annunziato fino da principio, rimandiamo i nostri lettori.