14
nere. Sono degne di osservazione speciale due lucerne so-
vraposte a due grandiosi candelieri lavoro del fabbricatore
e capo-mastro Giorgio Barbini del secolo passato ed una
lastra a graffito contenente l’atto di obbedienza di Maria
Badoer Abadessa di S. Bernardo di Murano a Jacopo Via¬
noli vescovo di Torcello (anno 1677).
Ripostiglio IV. Qui stanno i vetri in colori. Sono 118
imitazioni delle agate, dell’alabastro, del calcedonio del¬
l’ opale, del lapislazzulis ecc., di varie forme e di varie epo
che: avvi pure un cartone con 16 pezzi lavorati parte alla
lucerna, parte alla rotina, alcuni imitanti le gemme, altri
incisi e dipinti a fuoco.
Ripostiglio V. Si conservano in questo ripostiglio 103
pezzi di vetri bianchi con decorazioni anco in colori, e sono
sottocoppe, candellieri, boccie, piatti ecc. degli ultimi due
secoli.
Ripostiglio VI. E sovraposto ad un tavolo; in esso vi
si trova una collezione interessantissima. Sono circa 200
pezzi di vetri soffiati; avanzi di lastre, piastre, cannelle ecc.
dissotterrati a Murano nell’escavazione (1870) del Rivo dei
vetrai ove per legge della Repubblica fino dal 1291 erano
situate le officine vetrarie. I più antichi di tali avanzi data-
no dal secolo XIV. Vi è un recipiente di vetro verdastro,
forse dei primi lavorati a Murano (sec. XIII) ; è intatto, le
attacature del manico sono assai rozze e ricordano i vetri
romani comuni. Vi sono eziandio degli avanzi di terra cotta
indicanti che in Murano vi furono non solo officine di por¬
cellane, ma eziandio di terraglie. Il Rivo dei vetrai non eb-
be uno scavo cosi profondo come quello praticato or sono
tre anni. Anco questo comprova la vetustà degli avanzi che
si perdevano nel lavamento dei rottami come si pratica al
presente. I colori dell’iride che presentano questi vetri sono