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devesi credere chiuso nell' indicata lunga pietra se¬
polcrale, giacchè egli morto nel 1560 patriarca di
Venezia fu sepolto nel duomo di Castello: facile è
adunque che vi giaccia l’ altro Giovanni Trevisa¬
no, che lo avea preceduto nell’ officio di abate , a
cui rinunciò nel 1524, siccome in Flaminio Cor¬
ner riscontriamo . Io qui potrei , imitando l’ esem¬
pio del valoroso mio confratello il p. Ottavio Ma¬
ria Paltrinieri, che lo fece con si gran copia d’eru¬
dizione l’anno 1795 in Roma intorno al nobilis¬
simo collegio Clementino in Roma, distendere la
storia de’ più bravi alunni, che uscirono da questo
luogo, e che onorarono sè medesimi e i loro isti¬
tutori ; ma io sento pur troppo, che mi manca il
tempo per eseguire tanta fatica, e conosco che il
mio viaggiatore abborre questi ostacoli nel deside¬
rio
Atti di questo Collegio, che comincia l’ anno 1663, io leg¬
go alla pagina 156, che ai cinque dell’ agosto dell’ anno 1696
il N. H. Pietro di Michiel Priuli, erede dell’asse de' Trevi¬
sani, pio uomo, invitò i pp. di questo Seminario a trattare
con lui, che avea con molta sua dispiacenza trovato, come
da circa sessantacinque anni non erasi data esecuzione alla
volontà di quel patriarca, che aveva ordinato con suo testa¬
mento di dare ogni anno a questo Seminario un ducato Ve¬
neto, due candele del peso d’una libbra, e due torchi del peso
di sei libbre l’uno , perchè nell’ Oratorio di s. Benedetto ogni
anno il giorno terzo di novembre si celebri solenne sagrificio
per la di lui anima. La famiglia Priuli di sant' Eustachio se¬
gue ancora a soddisfare alla pia volontà del testatore.