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loggia vicina egli pose sopra la porta due figure a
chiaroscuro , e in sulla muraglia alcune istoriette
ed altre cose similmente a chiaroscuro. Dobbiamo
ringraziare il Zanetti stesso, che nelle sue Pittu¬
re a fresco, da lui delineate ed incise, ci abbia
conservato di queste opere di Paolo la Cibele e la
Giunone, e i quattro Amorini con alcune figure di
quelle deità; giacchè altrimenti avremmo ogni me¬
moria perduta di cosi bella fantasia dell'immortale
Veronese, non tanto per l’ingordigia degli anni
quanto per essersi convertite quelle stanze in ma¬
gazzini accoglitori di vendibili legna. Fu soltanto
il cielo inclemente però, che à reso non discerni¬
bili i chiaroscuri di Prospero Bresciano nella fac¬
ciata esteriore, i chiaroscuri verdi e gialli sulla
facciata, che guardava il giardino, con varie deità
ed altre rappresentazioni del celebrato veronese
Batista d’ Angelo, detto del Moro, e le altre pit¬
ture allo scoperto verso il cortile lavorate da disce¬
poli di Paolo.
A somiglievole sventura soggiacque il vicino pa¬
lazzo della famiglia Pesaro, che pure e al di den¬
tro e al di fuori distinguevasi per ornamenti di pit¬
ture di quel secolo; ma il nullo governo, in che lo
si tenne e lo si tiene pure presentemente, anche
qui più della forza del tempo concorse a cancellar¬
ne pressochè ogni memoria.
Seguiva nell’ estremo confine di questa riva la
chie¬