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pedire che non avvenga di essa quel¬
lo che avvenne di molte altre circostan¬
ti isole, dovrebbe essere la nuova vita
da darsi ai vetri di ordinario consumo,
approfittando dei progressi fatti dalle
scienze, e donarla di qualche altro nuo¬
vo ramo d’industria, occupando qualche
centinajo di operaj che oggi per l’are¬
namento delle contarie trovansi senza
pane. Nè inopportuna, anzi attissima per
la sua topografica posizione, per gli ampi
terreni di cui è ricca, per le vicinanze
con Venezia, sarebbe quest’isola per
fondarvi un qualche ampio stabilimento
di altro genere di lavoro che non fosse
il vetro. Anche un ponte che la aggiun¬
gesse alla capitale noi crediamo baste¬
rebbe senz’ altro a farla rivivere. Nel
manifestare questa ultima idea ci sentia¬
mo già trattati da utopisti: ma a’ nostri
giorni più di una di queste utopie dive¬
nute fatti reali hanno salvato dall’ultimo
deperimento più di qualche paese. In
quanto alle nobili ed utili istituzioni, co¬
me può vedersi nel fine di questa pic¬
cola guida, sono già molte, ed esse da¬
tano da vari anni animate e sostenute