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Dopo Winckelmann (Storia dell'Arte, tom. ini, p.
514). Seroux d’Agincourt (Hist. de l'Art par les Mo¬
num. Paris, 1823) ne dà (tom. Iv, pl. in, de celles
relatives à la sculpture, n. 17) l’incisione, e nel volume
1. del testo alla pag. 30, anche la descrizione. Les co¬
lonnes paroissent avoir 12, 1 de hauteur et 1 8’ de dia¬
metre. Les statues ont i pied, 8 pouces, 7 lignes de
hauteur, elles sont placées vers le somet de la colonne
sur une base qui n'à guere plus de 3 pouces de saillie;
le tout est pris dans l'epaisseur de la colonne. Nulla
dice quanto all’uso al quale potrebbero avere servito,
ma dopo aver osservato, che senza fondamento veruno
si credevano scoperte a Roma nel tempio di Romolo e
Remo aggiunge : s’ il y avoit lieu de croire que ces co¬
lonnes ont été apportées de Constantinople a Rome:
quasi che sospettasse che potessero essere venute da
Costantinopoli.
Noi sotto la lettera A diamo un abbozzo dell’in¬
cisione d'Agincourl (però di una sola colonna) per l’u¬
nico scopo di dimostrare a colpo d’ occhio l’identità
che passa fra queste colonne istoriate di Roma, e i
nostri gruppi di porfido; identità assoluta, all’eccezione
di quelle circostanze che fanno diventare altre per¬
sone quelle dei nostri gruppi, e non una pura e pretta
ripetizione dell' istesso monumento; e ad eccezione
eziandio delle misure, giacchè le nostre statue hanno
di altezza piedi parigini 4, pollici o, linee 6. E qui anzi
cade opportuno l’osservare, come mai il D'Agincourt,
non avendo potuto misurare esattamente l'altezza di
tutte le colonne (poichè dice paroissent avoir 12, 1.