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e prospettiva: opera che capitò in troppo
tristo stato nelle mani di Gertrude Marcag¬
gi per poterci conoscere quanto dotta e dili¬
gente ristoratrice ella fosse.
Il quadro all’altra parte della chiesa con
la Crocifiggione di N. S. è del Corona, che
qui imita il Tintoretto, come a s. Stefano or
ora il vedemmo imitare Tiziano: pruova di
genio potente.
Qui presso è la
SCUOLA DI S. FANTINO ORA ATENEO,
condotta dal Vittoria con suo stile scorretto,
dove vennero raccolte memorie di medici il¬
lustri, e dove se ne collocano all’onore dei
recenti nostri Professori; postovi sin qui il
monumento del Pajola del Professore Zando-
meneghi; a cui va ad unirsi quello di France¬
sco Aglietti del Ferrari. I quadri della stanza
terrena sono del Corona e di sua scuola: il sof¬
fitto n’è del giovine Palma, il quale dipinse in
una stanza superiore altro soffitto, e pressochè
tutti i quadri con fatti della vita di s. Girola¬
mo. Altra stanza ha piccoli quadri con fatti
di M. V., che Alvise da Friso colori con il
tocco di Paolo, suo maestro e zio. Ma l’ope-
ra pittorica, qui degna di osservazione, è la
tavola del Tintoretto con s. Girolamo che
dalla sua grotta osserva Maria: si bene con¬
ceputa, composta e dipinta, che Agostino Ca¬
racci la incise.