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quell’epoca : nell’interno vi ha un sacro grup¬
po bellissimo, in terra cotta, del Sansovino.
VECCIIA BIBLIOTECA,
Innanzi al Pubblico Palazzo vi è la Vec-
chia Biblioteca, fabbrica nobilissima del San¬
sovino. Tiene sottoposto un portico di ven¬
tun arco, si interno, si esterno, con intagli
dell Ammanati, del Cattanco, di Pietro da
Salò e di altri artefici. L’arco interno di mezzo,
i cui stipiti sono due gigantesche cariatidi,
eccellentemente, lavorate dal Vittoria, dà in¬
gresso a regia scala, ricca di stucchi, dello
stesso Vittoria, con vôlto dipinto dal Fran¬
co e da Batlista del Moro. Il vestibolo della
Biblioteca, che lo Scamozzi aveva ridotto ad
uso di Museo, ha nel soffitto, fra pregevoli
prospettive de’ fratelli Rosa, la Sapienza: fi¬
gura riputata lavoro senile di Tiziano.
La Sala che fu detta dal Palladio il più
ricco ed ornato edificio che forse sia stato
eretto dagli Antichi fino a’ suoi di, ha il cielo
a botte diviso in ventuno comparto, con pit¬
ture sceltissime, legate da varie bizzarrie del
Franco.
Ne’ tre primi comparti, incominciando dal¬
la porta, Giulio Licinio dipinse la Vigilanza,
il Digiuno, la Pazienza, che mai non vanno dis¬
giunte da Virtù ; le Cure che si vogliono al
conseguimento di questa, e la Gloria e la Fe¬
licità, le quali ne derivano.