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aveva donate alla repubblica. Delle quali
stanze una fu carcere, come si ricava da du e
iscrizioni, di un Luchino di Cremona del
1478, e di un Cristoforo Frangipane del 1578.
Finalmente arrivando alla sala che mette al
salotto d’ingresso, vi si vede il busto del
doge Venier: scultura del Vittoria.
All’altra parte di questa stanza si passava
alle carceri che Pozzi si diceano, angusti
luoghi e senza luce : i quali ora non si può
visitare che prendendo una diversa strada.
La Sala del Maggiore Consiglio,
ora Biblioteca
Junga Metri 53 larga metri 25 ,5 ove con¬
correva chiunque aveva veste patrizia, e ove
si eleggeano i magistrati e si dispensavano gli
officii, è di una ricchezza che sorprende in¬
sino dal primo ingresso. Divenne Biblioteca
e Museo nel tempo del regno d’Italia.
E ricca di 80000 volumi o circa, e di
500o e più MSS.; di che le si rendettero be¬
nemeriti il Bessarione, e i patrizii Farsetti,
Giustinian, Recanati, Zulian, Nani, Molin,
e l'ultimo suo illustre bibliotecario Morelli.
Al quale genere di cose si unisca il Mappa¬
mondo di fra Mauro Camaldolese, condotto
nel secolo XV, ed ampiamente illustrato dal
cardinale Zurla.
Del presente Museo si rendettero bene¬
meriti due Grimani, uno cardinale, e l'’altro