Full text: Volume (4)

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che la rendevano segnalata; ma sta tuttavia il suo splendido lo¬ 
cale che per la pieta di alcuni veneziani artisti andrà forse a 
riaprirsi al divin culto ed a nuovi esercizi di religione. Possano 
aver pieno effetto si nobili brame, possa per essi non andar 
perduto cotesto raro monumento dell’arte ! 
Se frattanto non ci è dato di vedere la scuola, non inutil¬ 
mente potremo osservare la vicina chiesa di s. Giovanni Evan¬ 
gelista rifatta nel secolo XVII. Sulla maniera del Palma è la 
prima tavola alla destra con s. Carlo Borromeo. Bella è l’urna 
sopra la porta laterale colle ceneri del senatore Angelo Ba¬ 
doer, morto nel 1571. La tavola del seguente altare con s. Ja¬ 
copo apostolo è dell’Aliense. 
Nella sagrestia evvi un quadro fiammingo che offre ad un 
tempo e Cristo in croce e Cristo deposto. Sono poi opere dello 
scorso secolo i quadri delle pareti con alcuni fatti della vita 
del santo titolare. 
Di Andrea Vicentino è la tavola dell’altare a sianco della 
cappella maggiore con Maria incoronata da due angeli. Dome¬ 
nico Tintoretto fece nella cappella maggiore medesima il gran 
quadro colla Crocifissione, e Pietro Vecchia i quattro quadri 
laterali all’altare col Battista, Daniele ed il mistero dell' An¬ 
nunciazione. Formavano essi una volta i portelli dell’ organo. 
Il cav. Liberi fece la tavola dell’ altare con s. Giovanni in 
atto di scrivere l’Apocalisse. Il quadro in fine, opposto all’ an¬ 
zidetto del Tintoretto, con la cena di N. S., è di Jacopo Ma¬ 
rieschi. 
La tavola dell’altro altare laterale al maggiore è opera mo¬ 
derna di un ignoto, nè vuolsi preterire sopra la vicina porta 
laterale l’ urna che chiude le ceneri di quel Giannandrea Ba¬ 
doer morto nel 1571, il quale trovò la maniera di rendere facili 
al combattimento le grosse galee. 
Da questa chiesa è d’ uopo riprendere il cammino pel calle 
della Stufa, e passato il ponte di s. Stin, e quello vicino dei Fra¬ 
ri condurci alla magnifica 
Chiesa parrocchiale di s. Maria Gloriosa dei Frari. 
Nel luogo dove ora sorge questa chiesa esisteva anticamente 
un angusta abazia di monaci benedettini dedicata alla gran 
Vergine. Seguita però in Assisi nel 1226 la morte del santo 
patriarca Francesco, alcuni seguaci di lui recaronsi l’anno ap¬ 
presso in Venezia per fondare il religioso loro istituto. Privi di 
denaro e di quanto rendesi necessario alla vita, dividevano l’in¬ 
tero giorno tra l’ orazione ed il lavoro, ora sotto il portico di s. 
Silvestro, ora sotto quello di s. Lorenzo, ed ora nell’atrio della
	        
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