Full text: Volume (4)

della Addolorata, buon vigore di colorito si troverà piuttosto 
nel quadro vicino di Jacopo Palma con Costantino che porta 
la croce. Seguono insieme uniti tre quadri dipinti da Marco 
Vecellio e già formanti i portelli dell’organo. Nel primo evvi 
s. Giovanni Elemosinario in atto di far limosina ad un povero; 
in quello di mezzo il ritratto del parroco Giammaria Carnevali 
che dà l’acqua santa al doge Leonardo Doñato quando fece 
la visita di questa chiesa, e nel terzo l’ evangelista s. Marco. 
Potrebbonsi queste opere stimare di Tiziano: tanto il figlio 
avvicinossi in esse per ogni conto al fare del padre. 
Nell’ ultimo altare, altri dicono di Bonifacio ed altri di Da¬ 
miano Mazza, la tavola con N. D. tra alcuni angioletti ed i 
ss. Pictro, Paolo e Marco al piano. Molta grazia di disegno è 
nella parte superiore ; non cosi vuol dirsi della inferiore. 
Carlo Ridolfi dipinse finalmente l’adorazione dei magi; e 
Domenico Tintoretto nella mezza-luna superiore fece il Padre 
Eterno coi ritratti del doge Marino Grimani e della moglie 
di lui. — Usciti da questa chiesa, pel sottoportico che le sta di 
prospetto, e per la calle Occhialera e per la Ruga vecchia si 
perviene dove stava la 
Chiesa demolita di S. Matteo. 
Leonardo Coronario offeri nel 1156 al patriarca di Grado 
un suo terreno perchè fosse quivi eretta una chiesa ad onor 
dell’apostolo s. Matteo, la quale stette in perpetua soggezione 
dei patriarchi Gradensi. La chiesa fu però fabbricata dagli 
abitanti convicini, cosicchè divenne loro parrocchiale ; ma del¬ 
l’abitazione in fuori non avevano i parrochi di che mantenersi. 
Laonde l’unione dei macellai costitui loro un fondo, e meritò 
cosi, per la bolla di Eugenio IV 1436, di aver il juspadronato 
della chiesa e di poter eleggere i pievani. La medesima unio¬ 
ne fece un ristauro nel 1615, finchè nel 1735 in pochi mesi 
colle limosine de’ fedeli fu del tutto rinnovata. Stette aperta 
sino alla prime innovazioni ecclesiastiche del 1807; ma, chiusa 
ed in seguito demolita, cangiossi in una privata abitazione che 
porta i civici N. 801 ed 802. Progredendo pel calle dell' Arco 
si riesce di nuovo alla ruga vecchia di s. Giovanni, o degli ore¬ 
fici, al termine della quale movendo dirittamente alla destra, 
si trova alla sinistra il calle Galizzi, che guida al ponte, e to¬ 
sto alla 
Chiesa parrocchiale di s. Silvestro. 
Fra le chiese erette in Rialto dai popoli rifuggiti annovera¬ 
si questa dedicata al pontefice s. Silvestro. Fu essa opera della 
famiglia Andrearda o sia Giulia. Sin dal tempo della sua fon¬
	        
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