Full text: Volume (4)

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Il veneto patrizio Girolamo conte Cavazza eresse vivente 
per se stesso nel 1657 il ricco deposito che tosto si presen¬ 
ta (1). Giuseppe Sardi ne diede il disegno, e Giusto fiammin¬ 
go, e Francesco Caroiolo ne operarono le statue: tutto presenta 
il goffo di quell’ età. 
Ma bella soprammodo è la pala del vicino altare col marti¬ 
rio di s. Lorenzo, dipinta da Daniele Wandich: c’è un gusto 
per entro che, sebbene altri nol debba imitare, pure assai gio¬ 
va che sia osservato. 
Nel buon altare della cappella a fianco della maggiore di 
scelto stile si scorge la tavola con N. D. e s. Benedetto nell’ al¬ 
to ed i ss. Giuseppe e Romualdo al basso. — Il quadretto del¬ 
l’altarino sotto l’organo con la B. V., opera del Giambellino, è 
un vero gioiello. — Se non che, egli è nella cappella maggiore 
dove ogni immaginazione si desta al vedere i due stermmati 
quadri laterali di Jacopo Tintoretto esprimenti i fatti che 
precederanno il giudizio finale in quello alla destra, e l’adora¬ 
zione del vitello d’oro in quello alla sinistra. Il pittore, ar¬ 
dente dal desio di comparir grande, colse l’occasione di due 
tele si vaste per isfogare appieno l’inesauribile sua fantasia e 
la dottrina sua immensa nel disegno e nel colorito. Si noti 
pure di confusione la tela del Giudizio; ma a parte a parte 
se ne considerino i pensamenti: le montagne che si sciolgono, 
i fiumi che a rotta corrono a livellarsi col mare, il mare ed 
i monti vomitanti le creature ; l’ansia in tutte; il cielo aper¬ 
to... insomma tutto si consideri, e si vedrà come l’immagi¬ 
nativa di Tintoretto, sublimemente colpita da tanti effetti, li 
esprimesse con pari felicità, seppure di soverchio li accalcasse. 
Nell’ opposto quadro ecco altro pittore tu vedi: ecco ga¬ 
iezza, precisione. L’ artifizio d’ introdurre il Sinai, dove Mo- 
sè riceve la legge, è diretto ad empiere la parte superiore 
del quadro. Alla prima discesa di quel monte vedi porzione di 
popolo che, sotto alcune tende, fa contrapposto a gran lume di 
cielo e procura al quadro un ampio spazio dove il pittore schie¬ 
rava Israele in mille guise atteggiato. Qual magistero non è 
posto in tutte quelle macchiette: — II gruppo piu copioso poi 
delle figure, che nel cupo fondo della valle recano processio¬ 
nalmente il Vitello, è disegnato con tanta grazia, è dipinto con 
si bell’ impasto che niun’ altra mano, per tali doti celebrata. 
l’avrebbe forse vinto. 
Si pensi a ciò che sarà stato un di 
(1) Girolamo Cavazza fu incaricato di alcune dilicate missioni; per aver 
somministrati duecento mila ducati nella guerra col Turco del 1652 fu crcalo 
patrizio ; mori nel 1681.
	        
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