Full text: Volume (4)

mercio attivo. A cosiffatto oggetto molti privilegi ed esenzioni 
conseguirono i Veneziani non solo dai dominatori dell’Italia, 
ma da tutti i principati stranieri, ed ottenuti li mantennero 
colla forza delle armi. Di qui adunque le guerre frequenti nel 
Golfo contro i Narentani dapprima, indi contro i Bolognesi, i 
Romagnuoli, ed Anconitani, e fuori del golfo di qui pure i re¬ 
plicati affuzzamenti coi Genovesi emuli loro nelle negozia- 
zioni di tutto il Levante. Le guerre finalmente coi Ferraresi, 
coi Carraresi, co’patriarchi d’Aquileia, e tante altre non ebbe- 
ro certamente fine diverso da quello di dilatare e serbare il 
proprio attivo traffico anche nel continente d’Italia. 
E difatti tutta la mercatura dell’Asia e dell’Europa giunse 
a passare dal VI e VII al XIV secolo pel canale de’ Venezia- 
ni (1). Essi soli godevano nei porti del Mediterraneo e del mar 
(1) Dopo l’invasione de’Saraceni nell’Egitto, per cui Alessandria fu quasi 
distrutta (an. 641) il traffico dell’Asia, che sotto l’impero Romano facevasi per 
la citlà di Arsinoe, oggi Suez, rimase interrotto. Quindi passò dal mar Rosso 
al mar Nero per una strada molto più lunga. Imperocchè i mercatanti furono 
costretti a trasportare le merci indiane alle foci dell’Indo, e colle barche risalire 
quel gran fiume sino alla Battriana, e quindi coi cammelli, per alcune giornate 
condurre le merci nel fiume Gihon nella Buccaria. Dal Gihon le merci, passate 
nel mar Caspio, venivano condotte colle barche sino ad Astracan, si tuata sul 
Volga e su per questo fiume sino al luogo dove il Volga più si avvicina al Ta- 
nai ovvero Don, dal qual luogo coi cammelli trasportavansi ad Azof, che per 
essere situata sul Tanai si chiamava allora la Tana. Ivi sino al principio del 
secolo XVI andavano appunto le galere veneziane a caricarle. E questo viag¬ 
gio durò lungo tempo; ma per l’erezione del regno di Casan sul Volga de¬ 
cadde Azof e con essa il traffico indiano, lasciando luogo ad un’ altra strada 
più breve. Per lo stesso mar Caspio cominciarono le merci ad istradarsi per la 
Georgia, od Armenia Orientale, e di là a Trebisonda che divenne l’emporio di 
tale commercio, e dove i Veneziani tenevano un nobile col titolo di console. 
Caduto l’impero di Trebisonda per l’opera dei Turchi (an. 1461) cadde an¬ 
che il traffico, ed il commercio orientale prese altro cammino. Dall’Oceano India¬ 
no passavano allora le merci al golfo Persico, e giunte a Bassora, su per l'Eufrate 
e pel Tigri, si trasportavano nei paesi mediterranei dell’Asia minore, donde 
crano dalle caravane disperse nella Siria e nella Palestina, ai porti delle quali 
provincie approdavano gli Europei, e soprattutto i Veneziani, per caricarle. 
Breve non pertanto fu il periodo di quella strada, poichè i soldani dell’ Egitto 
divenuti padroni anche della Siria, di Damasco e di Aleppo, non tardarono a 
ristabilire il traffico indiano nel mar Rosso, e quindi i bastimenti tornarono a 
frequentare il porto di Suez, incominciando di là le merci a prender il corso 
del Nilo e di Alessandria, e toccando nel loro tragitto il Cairo. 1 Veneziani, che 
tenevano allora l’ imperio del mare e che ricoprivano il Mediterraneo coi lo ro 
vascelli, godevano esclusivamente i vantaggi di siffatto commercio. Tal era lo 
stato dell’orientale mercatura in sul finire del XV ed in sul principio del seco¬ 
lo XVI allorchè i Portoghesi scoprirono la strada alle Indie Orientali pel capo 
di Bnona Speranza,
	        
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