Full text: Volume (4)

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que’ di e cene con allegrezza nella casa della sposa. Dieci 
giorni dopo, portandosi la sposa a piedi per la celebrazione 
del matrimonio, dalla casa alla chiesa di s. Basso, precedu¬ 
ta era dai suonatori con le trombe della corte ducale. Ve¬ 
stita d’ abito lungo di drappo di seta bianco, con maniche 
aperte larghe sino a terra e strascico pure assai lungo, senza 
acconciatura particolare di capelli, ma con fascia ornata di 
perle in testa a guisa di corona , con pendente al collo, e pet¬ 
torale gioiellato e di perle adorno, accompagnata era dal 
compare, il quale per esser dell’ ordine segretaresco indossa¬ 
va pure veste patrizia. Dopo la sacra funzione gran convito si 
fece nella casa dello sposo ed un altro ancora nel giorno se¬ 
guente con tripudii, suoni, canti, scherzi di buffoni e danze, 
e con regali linalmente di confezioni al doge, ai parenti ed 
agli amici. 
Somiglianti troviamo esscre riuscite altre nozze cittadine¬ 
sche celebrate nel 1504. Oltre ai riti precedenti, la sposa, a ti¬ 
tolo di grazia, fu condotta a visitare il doge; imperocchè quel¬ 
la cerimonia, anche tra i patrizi, per una legge del 1501, era 
stata rimossa, decretandosi, che avesse solo luogo pei congiun¬ 
ti del doge. Avea cotesta sposa doppia veste di velluto chermi¬ 
sino, con pettorale e maniche tessute d’oro con gioie e perle, 
e seguita era dalle matrone vestite di seta e d’oro, e di gioie 
adorne. Gran copia di nobiltà concorse altresi alla chiesa, e 
banchetti finalmente, e balli e tripudii non mancarono. Ma ciò 
che é notato come singolare in quel matrimonio pur cittadi¬ 
nesco si fu che, tra i vari spettacoli e divertimenti di macchi¬ 
ne,rappresentossi la espugnazione di un castello posto sopra 
un carro tirato da buoi, cinghiali, leoni ed altri finti animali 
con fuochi d’artifizio e maschere quantunque in istagione non 
carnevalesca. 
Nè quello era il solo caso di nozze in cui fossero maschere 
fuori del carnovale, perocchè altri esempi ricordano le crona¬ 
che. Una cosa vogliamo avvertire, ed è l’essere state le perle 
sempre ornamento particolare delle spose; uso che però di 
troppo essendo invalso, dovette il senato nel 1562 vietare alle 
donne tutte (eccettuata la dogaressa, le figliuole le nuore del 
doge), il portare perle al collo più di dieci anni dal giorno 
dello sposalizio, e nel 1599 prolungò quel termine ad anni 
quindici, comechè in seguito lo andasse restringendo cosi, che 
nel 1633 a due soli anni venne ridotto.
	        
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