Full text: Volume (4)

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tato che tutti portassero la calza di colore uniforme, avvegna¬ 
chè rimanesse la sinistra ad essere sino alla metà intrecciata 
d’oro ed ornata di gioie. Nelle funzioni altri vestivano giub¬ 
boni di velluto o di drappo d’oro e le maniche portavano 
attaccate con istringhe con punta d’oro massiccio e scavez¬ 
zate in mezzo, afline di far uscire fuori la camicia; altri porta¬ 
vano veste ducale di tabino chermisino; altri aveano una forma 
di mantello a cappuccio; altri un’altra, a seconda, non solo del¬ 
le varie partite, ma delle varie stagioni, delle varie circostan¬ 
ze, acciocchè la varietà meglio recasse diletto. Il gran priore 
della Compagnia vestiva però alla cavalleresca colla toga d’oro 
avente un grande strascico, e con un’aurea collana al collo. Ogni 
partita aveva due sindaci, un cappellano, un notaio ed un nun¬ 
zio, e nelle comparse pubbliche sommo sfarzo ciascuna faceva 
di famigli, di assise, di suoni e di somiglianti magnificenze. 
Si narra che la partita dei Sempiterni, nel celebrare la sua 
maggior festa, rappresentò nel canal grande la macchina del 
mondo, nel vacuo mezzo della quale, tutto addobbato d’oro e di 
seta, stavano da duecento gentildonne, che ballando al suono 
di dolcissimi strumenti erano tirate da’palischermi ed altri 
legni per lo corso dell’acqua. Immagini ognuno a vedere tale 
spettacolo quale sarà stata la calca del popolo per le finestre, 
per le fondamente; immagini il corteggio delle barche, le ma¬ 
schere, i conviti, conforme agli ordini della compagnia della 
Calza, e pensi poscia che cosa fosse allora questa città, quali le 
ricchezze sue, e quale sovra tutto lo spirito che móvea i com¬ 
pagni della Calza ad intrattenerla in somiglianti sollazzi. 
Ginnastici esercizi. 
CACCIA. 
La caccia era dagli antichi riguardata un esercizio proprio 
di nobili animi, e appo i primi nostri Veneziani era prescritta 
per allontanare la gioventù dall’ ozio e renderla destra e valo- 
rosa. Perciò vari erano i siti degli estuari dove i nostri facevano 
la cacciagione, avvegnachè in ognuna delle isole ed in ciascun 
litorale incontravansi e macchie eselve, opportune. Nondimeno 
la situazione di migliori prede pare che fossero le selve eraclia¬ 
ne e le equiliane (T. I, p. 100). Cacciavano i tribuni ed i dogi 
medesimi in certi tempi dell’ anno e dai liberi cittadini di 
que’ luoghi venivano accompagnati con cavalli, barche e carri.
	        
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